Il Corano è un libro splendido, se ben interpretato
Le guerre sante, i musulmani, i terroristi. Questo è quello che ci viene in mente alla parola “Corano“. Il consiglio è quello di levarsi il sassolino dalla scarpa, leggendolo.
E’ uno dei libri più letti, venerati e interpretati del mondo. E’ stato e continua ad essere oggetto di studio per giuristi e teologi, di riflessione per i mistici, mentre scrittori e artisti ne traggono continuamente ispirazione.
Il Corano, “libro rivelato”, testo sacro per un miliardo e mezzo di persone, recitato e imparato a memoria in migliaia di moschee e scuole, è alla base della civiltà islamica. Il suo fascino risiede probabilmente nella varietà dei toni e soprattutto nei temi affrontati, che abbracciano l’intera condizione dell’uomo: norme sociali e religiose, indicazioni di costume e di comportamento, giudizi etici e metafisici.
Ad un’attenta lettura, si scopre che il Corano non è solo limitazione, imposizione, legge: è una continua e profonda preghiera a Dio, Allah; un continuo esaltare la sua grandezza e il suo amore. E pone l’attenzione sulla “malattia” di tutti i tempi: il dubbio. Una forza limitante e destabilizzante per l’equilibrio dell’uomo e della società in cui vive. Immaginate che un uomo pretenda di analizzare ogni singola boccata d’aria prima di respirare, ogni cibo e bevanda prima di consumarli.
Un libro che non esula da critiche e commenti sfavorevoli, ma che insegna a stabilire un giusto rapporto con la spiritualità e il nostro essere nel mondo come entità uniche.