Il boom delle ‘mamme-nonne’.
Mercoledì una signora 58enne torinese, ieri una donna cinese di 60 anni. Entrambe accomunate dalla voglia di maternità tardiva.
Che una donna fosse in grado di procreare dopo i 60 anni era un dato emerso già dal 1993 in Italia con Liliana Cantadori, di 61 anni che mise al mondo un maschietto. Oggi questa è diventata una vera e propria moda. Sono infatti sempre di più le donne ultra 60enni che, grazie anche alla fecondazione assistita, danno alla luce bimbi sani, anche se l’età anagrafica le vedrebbe più come nonne che mamme.
Ma è giusto dare alla luce bimbi a questa età? Che il fisico lo permetta, sono d’accordo, ma il bimbo? Avrà le stesse attenzioni accurate che può offrire una mamma 30enne, la stessa possibilità che il papà accompagni la bimba all’altare da grande, la certezza di non rimanere orfano ancora adolescente?
Credo che in questi episodi ci sia molto egoismo, molto voler apparire, come per dire ‘Io ci sono riuscita!’. Ma al piccolo chi davvero ci pensa? Come una donna indiana, Rajo Devi (nella foto), che nel 2008, a ben 70 anni, aveva dato alla luce un bimbo, sempre grazie alla fecondazione assistita, con gli spermatozoi del marito 72enne. La sua soddisfazione fu soprattutto quella di strappare il primato ad una sua connazionale. Allora, in tutto questo, dov’è la bellezza dell’essere madre? Non è un caso secondo me che la natura ad un certo punto blocchi nella donna il meccanismo dell’ovulazione e della fecondazione naturale. Perchè la scienza deve assecondare le ‘pazzie’ di donne che forse della maternità vera e propria non hanno capito molto?
Essere madre non vuol dire recarsi in un ospedale e dare alla luce un bimbo. Essere madre vuol dire assicurare allo stesso bimbo delle attenzioni, delle cure, degli insegnamenti. Come può una donna di 65/70 anni avere la forza di crescere ed accudire un bimbo, che già fatto in età giovanile assorbe tutte le energie della mamma?
Mi domando anche a questo punto che ruolo abbia un medico. Un medico deve assicurare l’integrità salutare e mentale di un individuo. Deve dire NO, quando un soggetto chiede interventi che soggettivamente sono contro natura. O forse anche qui subentra l’egoismo del professionista, in questo modo anche il suo nome sarà su tutti i giornali, in qualità dell’uomo che è riuscito a far portare avanti una gravidanza ‘bellissima’ ad una donna 70enne.
Rimango allibita.
Approvo la fecondazione per le donne che purtroppo per seri problemi non riescono a coronare il sogno di dare alla luce una vita. Donne giovani, che amano i propri mariti, ma che purtroppo ‘naturalmente’ incontrano seri problemi nel restare incinta.
Essere madre non è un gioco, non è un sfizio, è molto di più.