La madre di Marco Vannini ha rilasciato le prime dichiarazioni dopo la sentenza che ha chiuso il caso giudiziario sull’omicidio di suo figlio: gioia e amarezza.
La madre di Marco Vannini non ha mai smesso di combattere per ottenere giustizia e verità negli ultimi cinque anni.
Marina Vannini è diventata famosa per essersi scagliata contro i giudici durante la sentenza del processo di appello: quella durante la quale la pena prevista per Antonio Ciontoli venne abbassata da 15 a 5 anni. All’epoca il giudice dovette interrompere la lettura della sentenza e intimarle di tacere e di non arrecare offesa alla corte.
Da quel giorno e fino a secondo appello, Marina Vannini non ha mai smesso di portare avanti la propria battaglia sostenuta dalla vicinanza di parenti, amici e soprattutto migliaia di sconosciuti che hanno manifestato la propria vicinanza alla famiglia Vannini dopo l’assurda morte di Marco.
Le parole della donna, appena fuori dal tribunale in cui oggi è stata emessa la condanna definitiva per la famiglia Ciontoli, fatto trasparire una enorme amarezza che un giorno che dovrebbe essere di pura gioia.
Il processo Vannini è stato impegnativo per gli inquirenti, dal momento che le testimonianze della famiglia Ciontoli sono state tutte finalizzate, in maniera estremamente compatta e coerente, a depistare le indagini e a rallentare la scoperta della verità.
Nonostante questo, dopo due processi di appello, la magistratura ha riconosciuto l’intera famiglia colpevole e ha stabilito per Antonio Ciontoli, capofamiglia e principale imputato, la pena massima.
Per alcuni la guerra giudiziaria che la famiglia Vannini ha portato avanti dal giorno della morte di Marco è stata ispirata dal desiderio di vendetta. La madre di Marco, la prima a parlare dopo il processo, ha negato assolutamente questa ipotesi: “Oggi dopo più di cinque anni siamo riusciti ad ottenere la giustizia che aspettavamo. La famiglia Ciontoli e i loro avvocati dicono che noi avevamo sete di vendetta. Non è vero. Noi non avevamo sete di vendetta: volevo soltanto giustizia”.
Inoltre, Marina Vannuncci ha sottolineato come la versione dei fatti fornita durante il processo non fosse assolutamente conforme alla verità che ha definito “storica”: “All’inizio volevo giustizia e verità, ma purtroppo quella se l’è portata dietro Marco. Quella che raccontano i Ciontoli non è la verità storica, è la verità processuale”.
Nonostante l’amarezza data dalla consapevolezza di non avere i mezzi per ricostruire effettivamente gli ultimi istanti di vita del proprio figlio, Marina Vannini da oggi vivrà una vita diversa: “Sono stati cinque anni lunghi. Da domani inizierò a vivere il mio lutto più serena” ha affermato.
Le dichiarazioni del padre di Marco hanno di nuovo puntato sul desiderio di giustizia della famiglia, a prescindere dal peso della condanna imposta alla famiglia Ciontoli: “Gli anni di condanna sono una cosa relativa. Quello che ci interessava è che fossero condannati per l’omicidio volontario. Io ho sempre sostenuto che il colpo di pistola ha ferito Marco ma la sua morte l’hanno causata loro, non soccorrendolo […], facendo tutto tranne che soccorrere Marco anche davanti alle sue urla strazianti”.