Secondo le indiscrezioni nell’ordinanza, Buoninconti resta in carcere perché sarebbe ritenuto l’unico responsabile della morte della donna, scomparsa il 24 gennaio del 2014, il cui cadavere fu ritrovato otto mesi dopo, il 18 ottobre del 2014. L’uomo è ritenuto violento e vi potrebbe essere la possibilità non remota che possa uccidere ancora o commettere atti brutali.
Gli stessi famigliari di Elena hanno riferito che Michele era spesso in preda a crisi di ira, facendo prova di mancanza di autocontrollo.
Le autorità hanno respinto la scarcerazione anche per non sottoporre i quattro figli della coppia ad ulteriori traumi. Il tribunale dei Minori di Torino ha affidato i figli ai nonni materni e ha anche disposto il divieto assoluto di vedere il padre. Nel corso di questi ultimi mesi, in base ad alcune intercettazioni, sarebbero emersi atteggiamenti autoritari di Buoninconti che ha messo in atto anche numerosi condizionamenti nei confronti dei figli ai quali chiedeva di mentire agli inquirenti e di non dire che mamma e papà litigavano spesso.
Ricostruzione del giorno della scomparsa di Elena Ceste
Intanto, l’avvocato di fiducia di Buoninconti, Chiara Girola assieme ai suoi consulenti hanno fatto un sopralluogo nell’abitazione con il tentativo di ricostruire la versione di Buoninconti secondo il quale, Elena, in preda a una crisi nervosa avrebbe lasciato la casa di Costigliole nuda, senza occhiali e senza meta e sarebbe caduta accidentalmente nel canale del Rio Mersa, morendo di freddo.
I consulenti hanno riprodotto un manichino dalle fattezze di Elena per tentare di riscostruire tutta la dinamica. Si apprende tuttavia, che vi è stata una battuta d’arresto alla strategia difensiva che non ha fornito risultati utili a scagionare l’uomo, in quanto il manichino non è risultato idoneo a effettuare il test.
I funerali di Elena Ceste si svolgeranno sabato prossimo a Govone e saranno aperti a tutti: “Anche alcuni familiari, cari ai genitori di Elena, si erano dichiarati addolorati, pur rispettando la volontà dei genitori e della sorella Daniela, di non potere essere in chiesa. Allora s’ è deciso che tutti avranno libero accesso alla piazza di Govone, unica raccomandazione, rivolta ai giornalisti, niente tv e video-riprese in chiesa e niente interviste ai familiari. Lanciano un appello rivolto alla sensibilità di tutti, di rispettare il dolore dei familiari della vittima, in un momento così delicato anche per i figli di Elena, rimasti soli, e affidati alle loro cure”, hanno riferito gli avvocati della famiglia della vittima.