Massimo Bottura, chef pluristellato e da sempre impegnato nel sociale, scrive al Presidente Conte: la sua rabbia contro il nuovo DPCM.
Le proteste dei comuni cittadini si stanno estendendo in tutta Italia da giorni. A muovere le fila delle piazze ci sono le categorie più colpite dalla chiusura delle attività imposta dal governo attraverso il DPCM del 24 Ottobre: ristoratori, commercianti, tassisti, operatori e artisti di spettacolo.
A unirsi al coro delle proteste dei lavoratori dei vari settori sono però anche le celebrities del mondo della cultura e della gastronomia italiana.
Negli scorsi giorni il Maestro Riccardo Muti ha voluto scrivere una lettera al Presidente Conte definendo “molto grave” la decisione di chiudere tutti i luoghi in cui in Italia si produce e si vive la cultura.
Nelle ultime ore è stato un altro gigante della cultura italiana a far sentire la propria voce a difesa della categoria che rappresenta, cioè tutti i ristoratori italiani, dallo chef stellato fino all’oste che lavora in trattoria.
L’enogastronomia è una delle attrattive principali del nostro Paese: milioni di viaggiatori e di turisti ogni anni si fermano in Italia per cibarsi non solo della sua arte e della sua cultura ma anche (forse soprattutto) delle sue ricchissime tradizioni culinarie.
Proprio sull’enorme apporto della ristorazione all’economia italiana ha focalizzato l’attenzione lo chef Massimo Bottura, che ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte all’indomani dell’emanazione del DPCM del 24 Ottobre.
“Facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale. L’ospitalità e la ristorazione, l’arte e l’architettura, il design e la luce sono gli assi portanti della nostra identità” ha scritto lo chef dell’Osteria Francescana di Modena, per definire e sottolineare ancora una volta l’importanza cruciale dei ristoratori nel contesto economico e culturale d’Italia.
“Focalizzandoci sulla ristorazione in pochi oggi hanno liquidità, anzi, oggi più che mai ci sentiamo soli. Abbiamo chiuso a marzo e ci avete chiesto di riaprire dopo tre mesi rispettando le regole. L’abbiamo fatto. In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati. […] Oggi, senza liquidità, perché in tanti continuano a sognare con l’incasso giornaliero, molti non ce la faranno e il Paese perderà una delle colonne portanti della sua identità” ha continuato.
Le parole di Bottura non si limitano però a portare soltanto una critica all’operato del secondo Governo Conte. Al contrario lo Chef ha deciso di mettere nero su bianco una serie di punti:
Secondo Massimo Bottura non si tratterebbe di misure economiche ma, più che altro, di misure politiche.
“La politica è fatta di coraggio e di sogni. È simile alla poesia. È fata di immaginazione e di futuro. La politica deve rendere visibile l’invisibile” ha concluso lo chef, nella speranza che il Governo prenda in considerazione l’idea di rivedere il DPCM, soprattutto dopo le grandi proteste che hanno continuato a infiammare le piazze italiane negli ultimi giorni.