La miglior amica di Michelle Hunziker racconta la setta di Clelia
Lo scorso anno Michelle Hunziker ha mandato alle stampe ‘Una vita apparentemente perfetta’, libro che racconta l’incubo da lei vissuto negli anni in cui era al fianco di Eros Ramazzotti. Era infatti entrata a far parte della setta della maga Giulia Berghella, anche detta Clelia. Per anni è stata sotto il suo giogo, allontanando sia Ramazzotti che la sua famiglia. Un incubo appunto, con la setta che aveva bisogno della sua fama per attirare nuovi adepti. Nei prossimi giorni la svizzera tornerà in televisione dopo Sanremo con ‘Vuoi Scommettere?’, programma che la vedrà al fianco di sua figlia Aurora.
Tante le interviste concesse in questo periodo, così da presentare il programma, che un tempo era condotto da Fabrizio Frizzi. A rilasciarne una è stata anche Simona Crisci, migliore amica della Hunziker, che ha raccontato d’aver vissuto il suo medesimo incubo.
Al tempo in cui la Hunziker riteneva ottima l’influenza di Clelia, introdusse nella setta anche la sua miglior amica, Simona Crisci che, intervistata da ‘Oggi’, ha spiegato quanto accaduto: “L’ha fatto per il mio bene, perché all’inizio Clelia non era la persona pericolosa che si è rivelata in seguito. Eravamo entrambe giovani e senza rendercene conto abbiamo messo le nostre vite nelle sue mani. Così è iniziato un incubo durato quasi 5 anni”.
Simona Crisci riuscì a venirne fuori prima della Hunziker, ma il dramma in un certo qual modo è continuato, dal momento che è stata costretta a vedere la sua amica sotto il giogo di Clelia per altri quattro anni. Riuscire a parlare con lei era diventato impossibile per tutti all’esterno della setta: “Lei voleva tutto. Ecco perché poi quando ne esci non hai più nulla. La prima a uscirne sono stata io. Me ne sono andata dopo tre anni, per amore dei miei figli. Solo che Michelle non era con me e mi era impossibile avvicinarla. Clelia l’aveva isolata definitivamente da tutto e tutti, le aveva cambiato il numero di telefono, ogni contatto veniva filtrato dalla setta. Una volta sono riuscita a sentirla, alle sei di mattina, sul telefono di casa. In seguito però non ne ho più avuto modo, per ben quattro anni, fino a quando anche lei non ha deciso di venirne fuori”.