Mio figlio parla poco e male. Quando rivolgersi al logopedista? Scopriamo chi è il logopedista, a che età del bambino si dovrebbe intervenire, come si svolge una seduta e i costi.
Mio figlio ancora non parla, mio figlio parla poco, mio figlio parla male e non riesce ad esprimersi in maniera comprensibile, sono molte le problematiche a cui i genitori si trovano di fronte quando si parla di linguaggio in età pediatrica. Il logopedista è un professionista sanitario a cui rivolgersi quando le parole tardano ad arrivare.
Forse la consapevolezza maggiore e la conoscenza di nuove tecniche sempre più inclusive ed efficaci rende le famiglie più sensibili ai problemi del linguaggio ma la realtà è che sempre più spesso si riscontra questo tipo di problema in bambini molto piccoli. Anche molti anni fa i bambini potevano avere dei problemi nel parlare, ma era raro e legato magari ad alcune dinamiche psicologiche o di condizioni sociali. Scopriamo:
Il logopedista è un professionista in ambito sanitario che si occupa di bambini o adulti che presentano problemi di comunicazione dovuti a problematiche specifiche del linguaggio o anche apprendimento. La Federazione Italiana Logopedisti descrive la figura di questo professionista in modo molto esaustivo:
” Il Logopedista è il professionista sanitario specializzato nella valutazione, riabilitazione, prevenzione ed educazione di tutte le patologie che provocano disturbi della comunicazione, e/o del linguaggio , specifici o secondari ad altre patologie. Si occupa inoltre di disturbi dell’apprendimento della lettura della scrittura e del calcolo, della voce e delle funzioni orali come la disfagia”
Un professionista dunque che può essere chiamato ad una valutazione non soltanto per problemi specifici del linguaggio, ma anche e soprattutto di problemi legati all’apprendimento, o legati a patologie come la disfagia o anche il frenulo corto, balbuzie. Per esercitare questa professione si deve conseguire la laurea triennale in logopedia presso le Università che prevedono questo tipo di corso di laurea.
Ci si dovrebbe rivolgere ad un logopedista quando si nota che il bambino presenta difficoltà di comunicazione, non parla, parla poco, si esprime in modo incompleto o incomprensibile, presenta problemi di concentrazione o apprendimento oppure ci si rende conto che il bimbo ha problemi reali nel parlare che potrebbero essere riconducibili all’esistenza di una patologia come ad esempio il frenulo corto.
Il processo di apprendimento della parola è graduale e avviene attraverso la stimolazione continua del bambino. La mamma o la figura di riferimento che lo segue nella crescita, dovrebbe iniziare sin dai primi mesi a parlare al bimbo, leggere le favole o cantare canzoncine come intorno all’anno di età, dovrebbe rendersi conto se il bimbo presenta difficoltà nell’esprimersi, nell’indicare o in modo specifico nel parlare. Ci sono bambini che non si esprimono a parole ma solo con suoni onomatopeici, con strilli, o non riuscendo a pronunciare una parola di senso compiuto.
Vero è che un bimbo intorno all’anno di età non può di certo esprimersi articolando frasi complete, ma dovrebbe riuscire a carpire il suono delle parole e a ripeterne in modo semplice anche soltanto le lettere finali. Ma se si nota un certo ‘ritardo’ o una incapacità del bambino alla comunicazione, ci si può avvalere della consulenza di un logopedista anche quando il bimbo è relativamente piccolo, anche intorno ai due anni di età.
L’obiettivo principale di ogni genitore e di ogni logopedista è quello di permettere al bambino di arrivare all’età scolare avendo superato le principali problematiche di comunicazione e di apprendimento. Quindi prima ci si rivolge ad un professionista e più saranno le possibilità di intervenire in modo efficace e di capire quali siano le cause di un ritardo specifico del linguaggio.
Sono molti gli specialisti che imputano la presenza di problemi di comunicazione dei bambini all’assenza dei genitori, nello specifico all’assenza dello stimolo da parte dei genitori. Sono sempre di più infatti i bambini lasciati a loro stessi di fronte ad un gioco o peggio alla televisione o al cellulare di mamma e papà.
Questo perché c’è sempre meno volontà da parte degli adulti di scendere a livello dei bambini e giocare con loro, perché quello che fondamentalmente un logopedista fa è entrare nel mondo del bambino, e soprattutto nei bimbi più piccoli, aiutarlo attraverso il gioco e insegnare ai suoi genitori come giocare con lui.
Dopo una prima valutazione del bambino e un colloquio conoscitivo con i genitori, il logopedista provvede a stilare un piano di intervento per intervenire nella riabilitazione dei problemi specifici riscontrati nel bambino.
Può intervenire in diversi modi, soprattutto considerando le varie fasce di età dei bambini, proponendo delle attività finalizzate al superamento della problematica riscontrata durante la valutazione, andando ad intervenire nella stimolazione delle competenze che il piccolo deve recuperare. Una seduta con un logopedista dura circa 45 minuti.
Ma quanto dura la terapia? La durata della terapia varia per le diverse problematiche che si debbono affrontare. Se il problema di linguaggio è causato da difficoltà di tipo meccanico, come un difetto di pronuncia, la terapia può durare anche pochi incontri.
Se invece il ritardo del linguaggio è solo il sintomo di problemi legati alla capacità di concentrazione o di apprendimento, come ad esempio nel caso dei bambini con l’ ADHD (deficit di attenzione e iperattività), la terapia può essere più lunga ed accompagnare il bimbo durante la crescita.
I costi di una seduta di logopedia, variano da un minimo di €.50.00 ad un massimo di €.150.00. Il costo varia da professionista a professionista ma di solito si prevedono dei ‘pacchetti’ di sedute ad un costo più accessibile. Ci si può avvalere del Servizio Sanitario Nazionale, e per avere accesso a questo tipo di servizio ci si dovrà rivolgere al medico pediatra che provvederà ad una prima valutazione del problema e ove lo ritenga necessario prescriverà la consulenza specifica.
L’amore per i nostri figli impone molte responsabilità, prima fra tutte quella di crescere con loro, seguirli nelle loro tappe evolutive e nel caso di difficoltà non avere problemi nel rivolgersi ad un professionista che possa aiutare tutta la famiglia a superarla.