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Morbillo: cause, sintomi, prevenzione e cure di questa malattia infettiva

Il morbillo, una delle malattie infettive più diffuse che vede nel vaccino il mezzo più efficace per contrastarla. Scopriamone le cause, i sintomi e le cure. 

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Il morbillo, una delle malattie infettive più diffuse in età scolare che colpisce soprattutto durante la fine della stagione invernale e la primaverile. Altamente contagiosa, ha un‘evoluzione benigna ma talvolta può presentare delle complicanze anche molto gravi.

Scopriamo tutto sul morbillo, come si previene, quali sono le cause, i sintomi e le cure con i consigli degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Scopri tutto sulla malattia infettiva Mani-Bocca-Piedi.

Morbillo: quali sono le cause

Il morbillo è una malattia infettiva causata dal virus Paramyxovirus del genere Morbillivirus che colpisce soprattutto, come la maggior parte delle malattie infettive, i bambini in età scolare e prescolare. 

Questa malattia infettiva ha solitamente un esito benigno e si diffonde soprattutto durante la primavera, è altamente contagiosa e a volte può causare anche delle complicazioni importanti con una mortalità di due casi su mille.

Come ogni virus, si trasmette da un soggetto malato ad un soggetto sano attraverso goccioline di saliva infette che si possono diffondere nell’aria attraverso colpi di tosse o starnuti.

Morbillo: quali sono i sintomi

Il morbillo presenta un periodo di incubazione tra i 9 e i 15 giorni. Il periodo di invasione della malattia esantematica è di circa 1-2 giorni ed è caratterizzato da:

  • febbre elevata
  • congiuntivite con bruciore
  • lacrimazione
  • secrezione acquosa e trasparente dal naso
  • laringite con tosse stizzosa
  • arrossamento del palato con piccole macchie rosso scuro alla guancia
  • piccole macchie cutanee bianche simili a capocchie di spillo con contorno rossastro che si diffondono a ‘spruzzatura di calce’ (macchie di Koplik).

L’esantema ha una durata di circa 3 giorni è caratterizzato come specificato sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù:

“Il periodo esantematico ha una durata di circa tre giorni. È caratterizzato da febbre elevata, maculo papule di colore rosso vinoso che si estendono dal capo alle estremità degli arti, debolezza, malessere, sete intensa, insonnia, tremori, obnubilamento del sensorio. Nel periodo di risoluzione, l’esantema scompare dopo 5-6 giorni dall’inizio della malattia, a partire dal capo, ma lasciando una desquamazione cutanea finissima su tutto il corpo. La tosse può durare a lungo. Durante la successiva fase di convalescenza la febbre può persistere, sia pure in forma attenuata e in presenza di una profonda debolezza.
La manifestazione della malattia può essere attenuata oppure di gravità crescente, in funzione dello stato immunitario del soggetto”

Il normale esantema non si presenta come una dermatite, se tuo figlio ha la dermatite potrebbe essere un’allergia. 

Quanto dura la fase di contagio

La fase di contagio inizia durante l’incubazione, quindi 2-3 giorni prima del periodo di invasione e termina 2-5 giorni dopo la comparsa dell’esantema. Il morbillo risulta essere contagioso soprattutto quando i sintomi non sono ancora evidenti.

Morbillo: quali possono essere le complicanze più gravi

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Le complicanze del morbillo si presentano con una statistica del 10-15% e sono, come riportato sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù:

“- Complicanze respiratorie, le più frequenti, con otiti laringiti, broncopolmoniti batteriche e polmoniti interstiziali;
– Complicanze neurologiche, più rare ma a prognosi riservata: encefalite acuta (1 caso su 1000), panencefalite sclerosante subacuta (10 casi per milione).

Si stima che gli esiti mortali della malattia, in massima causati dalle sue complicanze, siano dell’ordine di due casi su mille nei paesi sviluppati”

Morbillo: quali sono le principali cure

La terapia del morbillo è di tipo sintomatico. Si prescrivono infatti antifebbrili, sedativi della tosse e nei casi più complicati anche cortisonici e antibiotici.

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La principale prevenzione per il morbillo è costituita dalla vaccinazione.

Fonte: ospedalebambinogesu.it

 

 

 

 

 

 

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