E’ tragico il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito sabato scorso il Nepal, provocando fino ad oggi, oltre 5 mila morti, oltre 10mila i feriti e 450mila sfollati.
Un numero che è destinato inesorabilmente a salire e lo stesso premier nepalese, Sushil Koirala ha dichiarato che le vittime potrebbe salire fino a 10 mila. Le Nazioni Unite riferiscono che ci sono otto milioni di persone che sono state colpite dal sisma di cui 1,4 milioni hanno bisogno di aiuti urgenti.
Il violento sisma avrebbe addirittura spostato la capitale Kathmandu di diversi metri verso sud, mentre l’altezza dell’Everest sarebbe rimasta invariata secondo i primi accertamenti degli esperti, riportati dai media locali.
Un dramma che ha interessato anche l’Italia, in quanto in Nepal sono deceduti quattro connazionali, Renzo Benedetti, Marco Pojer, Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli e vi sono ancora 10 italiani dispersi e irreperibili. Il ministero degli esteri italiano ha riferito che 18 connazionali sono rintracciati nel corso della nottata, che però secondo quanto ha confermato il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, non erano conteggiati tra i 40 dispersi. “Finora sono stati rintracciati 347 connazionali”, ha confermato la Farnesina. In giornata risultava ancora 39 dispersi, ma nel tardo pomeriggio, la Farnesina ha aggiornato i dati, rendendo noto che vi sarebbero ancora solo 10 connazionali che risultano irraggiungibili.
Piazza e Mancinelli facevano parte degli speleologi italiani del Soccorso alpino che si trovavano a Langtang e sono stati travolti dalla valanga che ha distrutto il villaggio alle pendici dell’Himalaya. Mentre Benedetto e Pojer sono stati investiti da una frana a 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu, durante un trekking nella Rolwaling Valley.
Una vera propria corsa contro il tempo per i soccorsi che devono anche confrontarsi con territori difficilmente raggiungibili come ad esempio nei pressi di un villaggio, Ghodatabela, nel distretto di Rasuwa, a nord della capitale Katmandu, travolto dalla valanga, vi sarebbero circa 250 dispersi e forse molti stranieri, in quanto vi è un parco naturale molto battuto dagli amanti del trekking. “Stiamo cercando di raggiungerli, ma il cattivo tempo e la pioggia stanno ostacolando i soccorsi”, ha sottolineato il governatore del distretto, Uddhav Bhattarai.
Un paese nel caos dove anche le comunicazioni sono difficili. Tanto che lo stesso Taffuri ha tenuto a sottolineare, con ottimismo, che se gli italiani “ancora non rispondono alle nostre chiamate”, potrebbe dipendere dal fatto che non hanno modo di mettersi in contatto e sarà necessario ancora del tempo. Secondo le indiscrezioni, “un primo nucleo di connazionali” potrebbe rientrare tra questa notte e domani mattina, mentre dall’Italia sarà inviato anche “un secondo aereo porterà degli aiuti, sarà più capiente e riporterà il resto dei connazionali, che non sono tutti a Kathmandu e debbono avere il tempo di raggiungere la capitale”.
Ecco un video impressionate di una valanga sull’Everest che ha ucciso 18 persone nel campo base e investito altre 13 persone.