Attesa per domani l’udienza in Cassazione sull’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata senza vita nel novembre 2007 per cui sono stati condannati, dopo essere stati assolti in primo grado, dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze la studentessa americana Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi e l’allora fidanzato, il giovane pugliese, Raffaele Sollecito a 26 anni.
Sollecito sarà presente in aula, così come precedentemente dichiarato dal ragazzo in una serie di interviste, e confermato nuovamente dal suo legale, Luca Maori: “Raffaele sarà presente, come sempre sostenuto da noi legali e dalla sua famiglia”. La difesa del ragazzo pugliese nel ricorso ha evidenziato ben 200 elementi discordanti nella sentenza in Appello e chiede pertanto l’annullamento della condanna.
Dal canto suo, la studentessa americana resterà negli Stati Uniti. Saranno presenti in aula i suoi legali: Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. Se la Cassazione conferma la condanna, la Knox rischia che l’Italia chieda la sua estradizione. Tuttavia, in base ad alcune indiscrezioni trapelate dai media americani, diplomatici italiani e americani si aspettano che l’eventuale richiesta di estradizione verrà respinta.
Ultimamente viene evidenziato un cambio di strategia dalla difesa di Sollecito, per cui i legali sottolineano nel ricorso che “Sollecito di quella notte ha ricordi non nitidi, avendo fatto uso di cannabis e dunque, può solo esprimere – come ha fatto – il convincimento che la Knox sia estranea ai fatti: tuttavia ciò non significa che non sia palese una diversità di posizioni processuali che la sentenza avrebbe dovuto esaminare”.
“La Corte di rinvio sarebbe stata onerata dal valutare l’ipotesi alternativa che la Knox si fosse allontanata da casa di Sollecito per farvi ritorno nottetempo, in seguito al delitto”, sottolinea la difesa, spiegando che questa ipotesi “trovava un fondamento dichiarativo e documentale nelle dichiarazioni e nel memoriale di Amanda”.
Nella prima versione, Amanda incolpava l’innocente Patrick Lumumba dell’omicidio di Meredith e non appariva il nome di Sollecito: “La Corte non ha neppure valutato la eventualità che una derubricazione del contributo del Sollecito in una ipotesi meno grave. Ed infatti, se il debole movente solidaristico non potrebbe spiegare razionalmente l’escalation di violenza che ha portato alla morte di Meredith Kercher, tale causale potrebbe invece supportare (in linea teorica) un’attività di favoreggiamento verso l’allora fidanzata. Il che non significa affermare che così andarono i fatti, ma solo precisare che tale ultima ipotesi è semmai più verosimile nel momento in cui ci si debba confrontare con l’ipotizzato movente delineato dalla corte di Firenze”.
Mentre la difesa della Knox, evidenzia come “nella sentenza impugnata non vi è mai una ricerca o valutazione di ipotesi differenti dalla colpevolezza della Knox. Nessuno sforzo di indagine o argomentativo si è svolto su questo indirizzo. La Corte di legittimità aveva rimesso al merito per esaminare se ricorressero eventuali soluzioni alternative”. I legali della studentessa americanache chiedono anche loro l’annullamento della sentenza di Firenze, ritengono che i giudici della Corte d’Assise hanno “di fatto operato una scelta selettiva di indizi e di prove, trascurando quelle di diversa e opposta valenza». «Soluzioni contrarie alla colpevolezza della Knox non sono state esaminate anche in presenza di robuste argomentazioni contrarie illustrate dalla difesa e della sentenza di assoluzione della Corte di Assise di Perugia”.
Pertanto gli avvocati hanno chiesto che “la Corte voglia rettificare il gravissimo errore giudiziario in cui è incorso il Giudice del rinvio, così da permettere all’imputata Amanda Marie Knox di riprendere una vita normale e costruttiva”.
Inoltre, sottolineano gli avvocati, “la sentenza impugnata tuttavia non indica, né ha accertato nemmeno una prova diretta o storica a carico della Knox, che provi la sua assunta colpevolezza e ciò ovviamente perché tale prova non esiste. Parimenti rilevante è la costante incertezza dei principi di indizi esaminati. Tutti i dati sono connotati da indici di probabilità, di confronto, di utilizzazione per esclusione e non per accertare e ciò connota una carenza del requisito di precisione”.