Parent è il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni. Scopriamo di cosa si tratta.
Partiamo da un dato di fatto: la Danimarca da circa 40 anno è in vetta al World Happiness Report, la classifica dei paesi più felici stilata ogni anno dalle Nazioni Unite.
Da questo dato la psicologa danese Iben Sandahl e la giornalista americana, sposata con un danese, Jessica Alexander sono partite andando a ricercare l’origine di questa felicità e ad emergere è stato il modo di relazionarsi tra genitori e figli.
Tanto da scriverne un best seller che si intitola proprio: “Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni”. Il loro metodo si sviluppa sull’acronimo parent che in inglese significa proprio genitore e si sviluppa in sei punti. Scopriamo di più.
Le mamme danesi conoscono i segreti per allevare figli felici. Si tratta di un dato di fatto visto che la Danimarca è il primo paese più felice in base alla classifica stilata dalle Nazioni Unite.
Ma da cosa dipende? Quali sono i segreti per allevare bambini felici ed essere al tempo stesso genitori sereni.
Cerchiamo di capirlo attraverso le 6 regole, o meglio una serie di applicazioni pratiche, definite Parent, che in inglese significa genitore. Questo metodo ci racconta come alla base dell’appagamento ci sia il modo in cui genitori e figli si relazionano tra loro. Scopriamo le 6 regole.
P di PLAY (Giocare) – Il gioco libero è da favorire rispetto ai mille impegni che i genitori spesso si ostinano di affibbiare ai propri figli. Al di là del Covid-19 che ha fermato tante attività, in genere i genitori tendono a programmare tante, e spesso troppe, attività extrascolastiche per i propri figli. Sport, musica, lingue e così via, non lasciando più spazio ai bambini di poter giocare liberamente. Il gioco libero insegna ai bambini ad essere meno ansiosi e a sviluppare la resilienza, ovvero la capacità di gestire le emozioni e lo stress. Il gioco aiuta i bambini a crescere. Giocando i bambini infatti imparano a conoscersi scoprendo pregi e difetti, ma anche i loro limiti.
A questo scopo leviamo i dispositivi elettronici, facciamoli stare all’aria aperta, non interveniamo nei loro giochi ma lasciamogli la possibilità di scoprirli da soli, se litigano evitiamo di intervenire.
A come AUTENTICITY (Autenticità) – Non mentire ai bambini né esagerare con le lodi se effettivamente non sono necessarie. Se nostro figlio fa un disegno anziché dirgli “bravo”, “bellissimo”, lodandolo in maniera esagerata, facciamogli delle domande. Chiediamogli. ad esempio. perché ha scelto un colore, cosa voleva interpretare. Troppi complimenti non fanno necessariamente bene all’autostima del bambino.
R ovvero REFRAMING (Ristrutturazione) – Alla base della resilienza c’è la ristrutturazione ovvero affrontare una situazione spiacevole da un’altra prospettiva, in modo che sembri meno negativa.
I genitori dovranno impegnarsi a spostare il fulcro dell’attenzione del bambino da ciò che pensa di non saper fare a ciò che sa fare. Questo significa anche trovare il lato positivo delle cose. A tal proposito possiamo aiutarci con il senso dell’umorismo e attraverso il ricordo di un momento passato felice.
E come EMPATHY (Empatia) – Cos’è l’empatia? La capacità di connettersi con gli altri. Inizia a svilupparsi già nell’infanzia, da neonati verso la mamma, e poi man mano verso le altre persone. A tal proposito non sminuiamo le sue emozioni e sentimenti ma dimostriamogli di comprenderlo.
N cioè NO ULTIMATUM (Nessun ultimatum) – I genitori danesi si basano sull’autorevolezza più che sull’autoritarismo. Quindi gli ultimatum, le punizioni fisiche e verbali non sono ammesse. Incutere paura non promuove il rispetto, per evitare di cadere in questi atteggiamenti sbagliati occorre ricordare alcuni principi come:
T come TOGETHERNESS (intimità) – In danese Hygge, significa ”pensare o sentirsi soddisfatti”. Creare un’atmosfera accogliente in casa, cucinando e mangiando insieme, stando in compagnia, sono questi piccoli piaceri quotidiani a rendere felici le famiglie danesi. Questo stato si chiama Hygge, appunto. Un modo di fare che in Danimarca si insegna anche a scuola.
E voi conoscevate il metodo danese?