In occasione delle Festività della Pasqua Coldiretti ha condotto un’indagine con Ixé sui consumi degli italiani.
Emerge che più di 4 italiani su 10 (il 42%) mangerà pesce il venerdì Santo come tradizione e si stima che il consumo complessivo sarà di circa 15 milioni di chili di pesce pari ad una spesa di 140 milioni di euro.
In questo panorama, il 34% degli italiani predilige il pesce dei mari nazionali mentre il 6% è indifferente alla provenienza e appena il 2% ricerca prodotti ittici provenienti dall’estero come il salmone.
In linea generale, il consumo domestico di pesce fresco naturale è aumentato del 2,1% nel 2014 con un aumento più rilevante per le sardine (+6,4%). Vi è stata però una riduzione del consumo delle vongole del 6,7% per cui le scelte sono ricadute sul pesce azzurro, alici, sardine e sgombri.
Coldiretti suggerisce per gli acquisti di verificare l’etichetta sul bancone per cui le migliori provenienze sono: Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).
Inoltre vengono indicati i tipi di tecnica di pesca come a rete, nasse, strascico e lampara e altri tipi nonché in base volontaria, anche la provenienza esatta di pesci, molluschi e crostacei.
Infine, tra i suggerimenti dell’associazione di categoria, viene ricordato di controllare che il pesce sia fresco: la carne del pesce deve avere una consistenza soda ed elastica, la pelle deve essere lucida, le branchie con un colore rosso o rosato e devono essere umide e gli occhi non devono essere secchi o opachi o concavi. Oppure l’odore del pesce non deve essere forte o sgradevole con richiami all’odore dell’ammoniaca.