La paura di fallire può trasformarsi in una vera e propria malattia. In tantissimi ne soffrono senza neanche saperlo: ecco come combatterla.
La legge del più forte non è mai passata di moda, soprattutto in una società ipercompetitiva come la nostra che fa di tutto per pensionare l’antica pietà cristiana e la sua attenzione per i più deboli. Facile perciò che in un contesto del genere, che ci pressa da tutte le parti, si possa avere timore di deludere le aspettative altrui.
Si fa sempre più largo la necessità di sgomitare per dimostrarsi migliori e superiori agli altri. Convincendosi facilmente di non essere all’altezza, di non riuscire a farcela, di essere meno bravi. Al punto che a volte si preferisce darsi alla fuga piuttosto che rischiare lo scacco matto.
La paura della sconfitta e del fallimento non è qualcosa di trascurabile. Può anzi diventare un vero e proprio disturbo psicologico dal quale diventa difficile liberarsi. Parliamo della cainofobia, il terrore di fallire che attanaglia molti italiani magari inconsapevoli di soffrirne.
Il termine cainofobia sembra essere legato al racconto biblico di Caino e Abele, i due fratelli e primi discendenti di Adamo ed Eva dopo la cacciata dall’Eden. Ognuno dei due fratelli offre a Dio i frutti del proprio lavoro. Ma Abele offre i frutti più pregiati e per questo solo la sua offerta viene accettata, causando l’ira e la gelosia di Caino che lo spingerà a uccidere il fratello. Dal fallimento di Caino, allontanato poi da Dio dalla terra macchiata col sangue di Abele, potrebbe aver avuto origine il nome di cainofobia.
In gran parte dei casi il terrore di fallire, o cainofobia appunto, nasce da esperienze negative fatte da piccoli. Genitori ipercritici, difficoltà nell’apprendimento, confronti continui e perdenti coi propri coetanei. Esperienze come queste possono portare a far incubare nel tempo un profondo senso di inadeguatezza.
Se per giunta a questa sensazione di inferiorità si aggiungono la fragilità emotiva e un incessante numero di pressioni che aumentano con la crescita, può essere che si sviluppi una vera e propria fobia per i fallimenti. A peggiorare le cose contribuiscono poi gli standard severi e prestazionali imposti dalla società che portano a rafforzare col tempo la cainofobia. In alcuni casi i soggetti “cainofobi” arrivano ad autosabotare ogni iniziativa che possa avere una ragionevole speranza di successo.
Sempre perché non si credono all’altezza della situazione e temono di fallire. Quindi chi soffre di questa fobia è praticamente accecato dal terrore di fallire, al punto di non riuscire nemmeno a rendersi conto delle opportunità che gli si parano davanti. Non è facile liberarsi dalla opprimente paura di fallire. La cosa migliore da fare è quella di rivolgersi a un professionista in modo da iniziare insieme un percorso ad hoc di psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Solitamente questa terapia prevede di esporre gradualmente la persona agli stimoli temuti. L’avvicinamento progressivo permette di “neutralizzare” lo stimolo agli occhi del fobico. In più si va a lavorare in parallelo per ristrutturare le idee sullo stimolo stesso.