Alcuni lo vedono come mancanza di educazione e di finesse, ma lo sputo dello sportivo ha una spiegazione fisiologica e determinanti ambientali.
Molti atleti, soprattutto in ambito calcistico, passano il loro tempo a sputare per terra senza imbarazzo pur sapendo di essere sotto lo sguardo indiscreto di milioni di spettatori, tra cui bambini, e che sono ripresi da dozzine di telecamere. Ma il calciatore è davvero colpevole di maleducazione o si tratta di una mania della quale non si riesce a fare a meno?
Mettiamo da parte immediatamente l’espettorato di affronto, quello il cui scopo è chiaramente quello di raggiungere la faccia di un avversario o di un arbitro per mostrargli tutto il disprezzo che si ha per lui. I più grandi giocatori lo hanno messo in pratica, come l’olandese Franck Rijkaard il cui doppio sputo sul tedesco Rudi Völler nel 1990 è rimasto nella storia della rivalità sportiva tra i due paesi.
A ciascun giocatore fu assegnato un cartellino rosso, a dimostrazione del fatto che il calcio non prende alla leggera gesti così vili. Le sanzioni per gli sputi di bellicosi sono infatti frequenti.
L’espettorato di affronto non è una prerogativa del calciatore, anche signori del tennis come Victor Hanescu o Juan Igniacio Chela hanno dimostrato il loro talento in questa disciplina.
Ma l’espettorato che ci interessa affrontare in questo articolo è molto più innocente. È lo sputo riflesso del calciatore, questo gesto che sembra naturale e istintivo per alcuni come la respirazione o un battito di ciglia, e che è così diffuso sui prati verdi di tutto il mondo tanto che alcuni si divertono, a eleggere il “mollard della settimana” su YouTube.
Anche se non è diretto contro nessuno, questo gesto non è meno imbarazzante per alcuni spettatori. In Inghilterra, culla del calcio ma anche della gentilezza vittoriana, l’ONG Keep Britain Tidy (“Manteniamo la Gran Bretagna pulita”) ha condotto una campagna nel 2006 per fermare questo flagello tra i calciatori, colpevole di dare un cattivo esempio ai giovani del paese che inondano le strade di glavioti per copiare i loro idoli.
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Di fronte a questi attacchi, i calciatori per giustificare la necessità di sbarazzarsi della loro saliva quando lo ritengono opportuno, si appellano ad un verdetto implacabile, quello della scienza. Bruno Sesboüé, dell’Istituto regionale di medicina dello sport di Caen, spiega che “l’accelerazione del cuore cambia la composizione della saliva, che contiene meno acqua e diventa più liquida o appiccicosa, quindi anche se è imbarazzante, probabilmente è per questo motivo che gli atleti sentono il bisogno di sputare”
Detto in questi termini, il dibattito si risolve rapidamente: nessun club al mondo consiglierà ai suoi giocatori di non sputare se questo inficia alla loro salute. Ma questo argomento non convince tutti. In Germania, il Ministro della Pubblica Istruzione della città-stato di Brema aveva anche intrapreso una campagna contro lo sputo dei calciatori nel 2001 e scannerizzato la giustificazione scientifica:
“Non dite che è necessario dal punto di vista medico, è un puro problema di educazione.”
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Produzione di muco bronchiale
Tuttavia, l’esercizio fisico non solo rende la saliva più viscosa, ma agisce anche sulla secrezione del muco, come viene spiegato da Jean-François Toussaint, direttore dell’Istituto di ricerca biomedica ed epidemiologia dello sport (Irmes) presso Insep:
“L’aumento del flusso respiratorio associato all’esercizio fisico stimola il rivestimento dei bronchi e rende più muco bronchiale, un meccanismo di difesa naturale contro i batteri, polvere e altri elementi nell’aria. Il primo riflesso è sputare questo muco in eccesso durante l’attività sportiva.”
La giustificazione scientifica per lo sputo dello sportivo quindi esiste. Ma la domanda rimane ancora: perchè lo fanno principalmente i calciatori?
Jean-François Toussaint sottolinea un altro fattore ambientale che può spiegare lo sviluppo dell’espettorato in alcuni sport più che in altri:
“La fisiologia è la stessa per tutti gli atleti, siano essi calciatori o tennisti, ma il layout degli stadi influenza il comportamento. Nel tennis, dove gli spettatori sono molto vicini ai giocatori, questi ultimi possono sentirsi in imbarazzo a sputare, lo sguardo di terzi è percepibile immediatamente”.
Nel calcio o nel rugby, dove gli spettatori sono più lontani si ha la sensazione che questi gesti non vengano visti, quindi i giocatori sputano senza paura di scioccare la folla, anche se i primi piani e le riprese al rallentatore li smascherano.
La distanza dal pubblico in questi sport consente anche di urinare in caso di necessità irrefrenabile, soprattutto quando c’è una porta.
Anche nel ciclismo, dove i ciclisti percorrono lunghi tratti di strada senza spettatori, gli sputi e le soste tecniche lungo il percorso fanno parte del folklore.