Quale pesce acquistare? Come scegliere il mare di provenienza di tale pregiato alimento? In soccorso ci viene la Mappa Mondiale delle Zone di Pescato – FAO, utile per capire quali siano i mari il cui pesce possa tranquillamente arrivare sulle nostre tavole
Molte si ritrovano in panne dentro ad una pescheria o ad un negozio di surgelati perché assalite dal solito dubbio: comprerò davvero pesce buono e proveniente da una zona sicura?
Il consumo del pesce è in genere molto in voga per chi sta seguendo una dieta, per chi segue un’alimentazione completa e genuina e per chi non può farne a meno. È sul genuino e sull’autenticità che vogliamo soffermarci. Il largo consumo di pesce ci porta a distogliere spesso l’attenzione sulla provenienza, ebbene sì, non tutti i pesci sono uguali e non tutti i pesci arrivano dal medesimo posto garantito!
In realtà, il pesce che mangiamo, è frutto di allevamenti. La routine del pesce d’allevamento e il cibo che ingerisce non hanno nulla a che vedere con un pesce che vive libero in mare. Le proprietà che tanto adoriamo del pesce, gli omega 3, vengono assimilati dai pesci mediante pasti a base di altri pesci, plancton e alghe.
Un qualsiasi pesce nutrito in altro modo annienterà il personale valore nutrizionale e sarà così inutile per noi includerlo nei nostri pasti. Un pesce d’allevamento non fornirà al nostro organismo nessun beneficio. Molti dei pesci oggi in commercio provengono d’allevamento e purtroppo, di norma, talvolta cadiamo nella tentazione di comprarlo perché come pesce fresco ci costerebbe una tombola.
Leggere sempre le etichette e farla diventare un’abitudine non può che aiutarci. Tutte le volte che troviamo scritto allevato in sappiamo che il pesce che stiamo per comprare è meglio riporlo su bancone. Quando invece troviamo scritto pescato con il luogo di riferimento in cui è stato pescato possiamo essere certe che si tratta di pesce di mare. Appunto, abbiamo la certezza che si tratta di pesce di mare, ma quale mare?
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La situazione dei mari non fa che aggravarsi e l’inquinamento dilaga, ecco perché, mangiare pesce integro di tutte le sue peculiarità è sempre più difficile. I mari sono colmi di metalli pesanti che vanno ad insidiarsi negli organismi dei pesci ed arrivano a noi che li ingeriamo e che spesso rischiamo di incombere in alti rischi per la salute.
La miglior cosa da fare è scegliere pesce pescato e preferire sempre pesci piccoli come sgombri, sardine, acciughe, triglie. La zona FAO è di norma sempre presente sulle etichette del pesce.
L’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha strutturato una mappa specifica chiamata appunto Mappa Mondiale di Zone di pesca. La mappa è divisa in diverse zone ognuna delle quali è contrassegnata da un numero. Uno di questi numeri potete trovarlo sulle varie confezioni del pesce.
La zona FAO di pesca numero 37 riguarda tutto il Mar Mediterraneo e il Mar Nero. Riportiamo le sottozone e le divisioni presenti sul sito mondoconsumatori.it
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
Ma veniamo al dunque: le zone più pulite rispetto al resto del mondo sono le zone FAO 27 e 37, le zone più inquinate sono invece le zone FAO 61 e 71. Queste ultime due zone pagano lo scotto del disastro nucleare avvenuto a Fukushima, in Giappone, nel 2011.
Consigli per l’acquisto del pesce
(Fonti: mondoconsumatori.it; fruttidelmare.it)