A chi le chiede quando toglieremo le mascherine la Dottoressa Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, fornisce tutti i dati per comprendere la gravità dello scenario che si prospetta da ora al 2023.
L’Italia sta facendo il possibile con il numero di dosi di vaccino attualmente a disposizione e, dati alla mano, sta facendo molto meglio di altri paesi europei, tra cui la stessa organizzatissima Germania.
Nonostante questo dato senz’altro positivo, la Dottoressa Ilaria Capua ha tratteggiato un futuro piuttosto grigio per l’Italia e per il resto del mondo.
Nel corso di un’intervista radiofonica la virologa ha affermato: “Credo che solo nel 2021 cominceremo a mettere giù l’artiglieria pesante – riferendosi alla produzione dei vari vaccini formulati negli scorsi mesi e che ancora non sono entrati nella fase della produzione di massa. – Ci vuole tempo e molta organizzazione: è la più grande vaccinazione nella storia dell’umanità. Abbiamo vaccini che vanno maneggiati in modi diversi, ma se riusciamo a vaccinare le persone fragili, gli operatori sanitari e le altre categorie prioritarie entro l’estate, arriveremo a fine 2021 con le persone anziane vaccinate e protette. Utilizzeremo poi il 2022 per procedere alla vaccinazione delle altre categorie”.
Com’era semplice dedurre da queste premesse, la professoressa Capua ritiene che soltanto nel 2023 ci potremo ritenere liberi dalle mascherine.
Fino a poche settimane fa il virologo e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, professor Pregliasco, aveva fatto una previsione molto più ottimista.
Alla fine dello scorso Novembre il professor Pregliasco aveva risposto alla domanda “quando toglieremo le mascherine” con un ottimistico “fino alla fine del 2021“.
Su questa falsariga anche il microbiologo Andrea Crisanti ha dichiarato pochissimi giorni fa a Il Messaggero che, almeno fino alla metà di Settembre 2021 anche le persone vaccinate dovrebbero portare la mascherina.
Il motivo? È molto semplice: il vaccino protegge dai sintomi della malattia, non dall’infezione. In pratica, un vaccino efficace permette anche ad una persona anziana o con gravi patologie respiratorie di non manifestare gli effetti gravi del Covid-19, quelli cioè che potrebbero condurre alla morte.
Il fine del vaccino è quindi quello di trasformare tutti gli infetti in infetti asintomatici: il virus sarebbe ancora in circolazione ma non farebbe più le migliaia e migliaia di vittime che ha fatto nel corso del 2020.
Dati i tempi necessari alla produzione dei vaccini e i tempi tecnici per la vaccinazione dei milioni e milioni di persone a rischio, purtroppo, la professoressa Capua si è trovata costretta a correggere al rialzo il termine proposto dal professor Pregliasco e grossomodo condiviso anche dal Dottor Crisanti.