Ha fatto il giro del mondo ed è diventato virale sul web, raccogliendo numerosi commenti tra i quali “Se mia madre lo avesse fatto quando andavo a manifestare negli anni Settanta, mi sarei vergognato”. Insomma, lo avrete capito, si tratta del filmato di una donna afroamericana che, vedendo il figlio ad una manifestazione a Baltimora, organizzata per protestare conto l’uccisone di un ragazzo di colore di 25 anni, Freddie Grayè, è andata a riprendersi il figlio, con tanto di schiaffi e strattoni, ai quali lui non ha replicato.
Un filmato che è stato anche trasmesso dai telegiornali di tutto il mondo, che commuove per il gesto della madre, preoccupata, e per la reazione del figlio, tutto di nero vestito e incappucciato, pronto a sfidare i manganelli della polizia, ma che si lascia “pendere a schiaffi” dalla madre e senza contraddirla, torna a casa con lei, ovviamente a dovuta distanza, per non prendersi altri “sganascioni”.
All’indomani della diffusione del video, la madre che è stata intervistata dai media ha riferito che quando ha visto le immagini della manifestazione, ha riconosciuto subito il figlio. Essendo il suo unico figlio maschio si è preoccupata e non voleva che facesse la fine dei numerosi ragazzi afroamericani che in questi anni sono stati uccisi dalle forze dell’ordine: “Non voglio che il mio Michael faccia la fine di Freddie Grey”, ha detto Toya Graham.
Dal canto suo, il figlio di 17 anni che si chiama Micheal, superata la “vergogna”, ha concesso un’intervista al quotidiano la “Stampa” nella quale ha raccontato i motivi per cui era andato a manifestare: “Vivere qui è uno schifo. Ecco perché stavo protestando. Certo, capisco le ragioni di mia madre, che mi ha menato in strada. Ma io avevo le mie”.
“Non c’è giustizia. La polizia pensa che tutti i ragazzi siano spacciatori e li arresta o li mena senza motivo. E’ capitato a decine di amici miei. E poi non c’è lavoro, non ci sono opportunità. Così finiamo tutti in mezzo alla strada”, ha spiegato il giovane.
Insomma, una situazione di disagio sociale ed economico di cui sono vittime milioni di ragazzi che vivono nelle periferie delle grandi città dove la droga e la malavita sono onnipresenti. “Io non bevo alcolici e non mi faccio”, ha detto Micheal, sottolineando che “i ragazzi finiscono per spacciare perché non hanno altro da fare. Le ragazze invece possono guadagnare come prostitute”.
Pensando al suo futuro il giovane Michael racconta che al momento non pensa ad una fidanzata e che vorrebbe avere dei figli: “Prima di mettere incinta una devi avere un lavoro, sapere come sfamare la tua famiglia”, ha detto il ragazzo che ha il padre che “vive in una comunità qui vicino, perché ha avuto dei problemi”, spiegando però che “quando ho bisogno compare”.
Per quanto riguarda il gesto della madre, Micheal confessa che “avrei preferito che non mi picchiasse così, davanti alle telecamere. Adesso pensa come mi tratteranno i compagni di scuola”.
“Ho capito che mi ha preso a schiaffi perché mi vuole bene-ha proseguito Micheal-. Ma lo sai come lo ha spiegato a me? Mi ha chiesto cosa mi avevano fatto quei poliziotti per prenderli a sassate. Non è che posso girare la testa dall’altra parte solo perché non mi hanno mai arrestato. Decine di miei amici, tipo Freddie, vengono abusati tutti i giorni dalla polizia. Ogni volta è come se lo facessero a me. Questo deve finire perché senza giustizia non avremo neppure la pace, né il lavoro”.
“Avremo pure eletto il primo presidente nero degli Stati Uniti, ma nelle strade di Baltimora non ci siamo accorti della differenza. Mica chiediamo troppo: giusto di non essere perseguitati per principio, e magari avere le stesse opportunità dei bianchi”, ha poi concluso il ragazzo.
La testimonianza di Micheal e la reazione della madre mostrano un bellissimo messaggio che ci fa capire come, al di là di tutto, tra quei giovani che manifestano, ci sono dei bravi ragazzi che chiedono solo un po’ di giustizia e che mai e poi mai, mancherebbero di rispetto alla loro madre!
Ecco il video: