Due ricerche arrivano a risultati contrapposti sull’effetto che ha sulle donne l’ormone maschile.
Mentre nel nostro Paese la ricerca continua a soffrire di tagli e ad annaspare nella diffidenza generale, in tante parti del mondo si promuovono esperimenti su qualsiasi cosa. Oggi la notizia di una ricerca dell’università di Cape Town, pubblicata su ‘Proceedings of the national academy of sciences’, che afferma che le donne a cui viene somministrato il testosterone, registrano un innalzamento del loro livello di diffidenza e sfiducia verso il prossimo.
La ricerca sudafricana sembra, dunque, confermare la teoria che vede l’ormone della mascolinità come fondamento del machismo, del senso di competitività, aggressività, propensione alla violenza e diffidenza verso gli altri maschi della specie per difendere il proprio ‘territorio’.
A controbilanciare questa ricerca, uno studio dell’ Università di Zurigo, in Svizzera, e pubblicato sulla rivista “Nature” che invece registra come la somministrazione dell’ormone maschile su pazienti non consapevoli, al contrario, porti ad atteggiamenti addirittura contrapposti: maggiore affabilità e gentilezza.
Per gli scienziati svizzeri, dunque, le qualità del testosterone sono legate a legenda. Così come la riconosciuta superiorità intellettiva delle donne. Infatti, le pazienti a cui era stato somministrato l’ormone, hanno risolto più velocemente e brillantemente anche un test di logica proposto alla fine dell’esperimento.
Come si spiega questo risultato diverso? Per gli studiosi d’oltralpe non è la sostanza in sé a portare all’aggressività, ma la consapevolezza. Se le donne sono coscienti di aver ricevuto una dose di ormone maschile sono portate a comportarsi secondo la loro idea di mascolinità!
Ecco, allora, a cosa servirebbero tali studi. Ancora una volta, forse, dovremmo convincerci che sono le donne a dipingere il maschio più ‘macho’ di quanto in realtà sia? E che questo si comporti secondo certi canoni perché sopraffatto da una sorta di ansia da prestazione?
E le donne, perché hanno questa visione? È veramente una costruzione che induce il comportamento maschile o l’altra faccia della medaglia dei nostri desideri di un uomo forte, sicuro di sé, magari a volte aggressivo per difendere la propria compagna?
Insomma, le due ricerche sembrano non risolvere l’annoso dilemma dei desideri delle donne, divisi e altalenanti tra la voglia di avere accanto a se un italico ‘macho’ da tradizione o un moderno e sensibile compagno, a volte fragile e con qualche inibizione.
Un giorno, poi, vi racconterò quello che ho scoperto nel mondo gay, dove, aldilà di ogni ricerca e studio, sembrano esserci idee molto più chiare al riguardo!