L’allergia al veleno degli insetti è una reazione che si può sviluppare in seguito alla puntura di uno di essi. Scopriamo come si caratterizza questa allergia, i sintomi e le cure.
Quando si ha una reazione particolarmente evidente alla puntura di insetti, si caratterizza un’allergia. Per allergia si intende una ‘sensibilizzazione allergica’ ad alcune componenti del veleno iniettato dall’insetto.
Distinguere una reazione normale da una allergica è importantissimo. Scopriamo come distinguerle con i consigli degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Scopri anche come riconoscere l’allergia al lattice.
Sono diversi gli insetti che pungono la nostra pelle con un pungiglione che rilascia un ‘veleno’ un mix di sostanze nocive che provocano reazioni come bruciore, rossore in alcuni casi anche intenso prurito e dolore.
Queste sono reazioni normali che si sviluppano localmente alla puntura d’insetto e se si presentano normali soprattutto se limitati alla durata. Quando però la reazione locale si presenta eccessiva si possono avere manifestazioni dolorose e rigonfiamenti che interessano anche gran parte di un arto, dalla durata di più di 48 ore, fino anche a 10 giorni.
Le reazioni allergiche al veleno di insetti possono essere anche accompagnate da:
In particolare gli insetti che nel nostro paese provocano reazioni allergiche di questo tipo sono gli imenotteri, in particolare api, vespe e calabroni.
Le principali reazioni allergiche alla puntura di api, calabroni e vespe, come specificato sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù sono:
Per quanto riguarda l’ostruzione delle vie aeree se ne può riconoscere l’arrivo facendo attenzione alla comparsa di sintomi come:
La percentuale di persone che manifestano questo tipo di allergie è del 2% ma le percentuali tra i bambini si abbassano notevolmente rispetto agli adulti. Scopri anche come si manifesta e si cura l’allergia ai pollini.
Gli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù consigliano un protocollo di azioni da compiere in caso di puntura di imenotteri:
“- Rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette). Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato;
– Applicare nella zona colpita qualcosa di freddo (ghiaccio, impacchi freddi);
– Identificare, se possibile, l’insetto responsabile;
– Rivolgersi al medico oppure al pronto soccorso;
– Pianificare una visita specialistica dall’allergologo se la reazione è stata molto importante o se classificata come reazione allergica”
Quando un bambino o anche un adulto manifestano una reazione allergica alle punture di insetto, la scelta migliore è quella di rivolgersi ad un medico allergologo che provvederà attraverso specifiche analisi del sangue ad identificare per prima cosa di quale insetto abbia provocato la reazione, attraverso il dosaggio delle IgE specifiche da cui potrà risultare anche la sensibilizzazione verso uno o più specie di insetti.
L’allergologo inoltre svolgerà un compito molto importante, quello di istruire i genitori del bambino sul protocollo di sicurezza e azione da tenere nel caso in cui si ripresenti una reazione allergica alla puntura di un insetto.
Per quanto riguarda i test cutanei, gli esperti consigliano sempre di eseguirli sotto stretto controllo medico:
“Eventuali test cutanei a lettura immediata per veleno di imenotteri possono causare una reazione allergica grave. Vanno quindi eseguiti in un ambulatorio allergologico specialistico che abbia la possibilità di ricoverare immediatamente all’interno di un servizio di rianimazione”
Nel caso di una puntura di insetto che dia luogo ad una reazione locale si potrà applicare del ghiaccio, un farmaco antistaminico per via orale e eventualmente applicare una pomata cortisonica in sede.
In alcuni casi il medico potrebbe prescrivere una terapia cortisonica da protrarre dai 3 ai 7 giorni.
Ove si verificasse una reazione anafilattica, il parere degli esperti consiglia:
“In caso di reazione allergica grave – anafilattica – è essenziale somministrare il prima possibile e in maniera corretta una dose di adrenalina per via intramuscolare nella coscia (meglio della via sottocutanea perché agisce più rapidamente) da ripetere anche dopo 10 minuti circa, se necessario.
L’allergologo consiglierà il tipo di adrenalina a pronto impiego che va somministrata al bambino, specie in condizioni di maggiore rischio, e istruirà i genitori o il bambino su come utilizzarla correttamente. Esistono preparazioni di adrenalina pronto-impiego a forma di penna che, premute sulla cute in vicinanza della puntura, inoculano automaticamente l’adrenalina e sono particolarmente utili per interventi rapidi ed efficaci”
In accordo con l’allergologo si potrà somministrare al bambino un vaccino, una immunoterapia desensibilizzante che consiste nell’inoculazione sottocutanea di dosi crescenti di veleno a cui il bambino è risultato allergico partendo da dosi bassissime. La terapia del vaccino è consigliata di solito in bambini ad alto rischio di reazioni anafilattiche.
Fonte: ospedalebambinogesu.it