Cosa succede alle relazioni di coppia quando è l’uomo a entrare in una profonda crisi esistenziale o depressiva? Quali sono le cose giuste da fare per offrire il proprio sostegno?
All’interno di una coppia moderna, le responsabilità sono, almeno a livello teorico, equamente divise. Questo vuol dire che entrambi i partner contribuiscono a mandare avanti la famiglia sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista organizzativo.
Nonostante tutti i passi avanti che la società ha fatto negli ultimi decenni verso una famiglia più paritaria, è chiaro però che gli uomini e le donne risentono ancora pesantemente delle responsabilità culturali che pesano sulle loro spalle.
Per fare un esempio pratico, l’uomo che perde il lavoro e che non è più in grado di contribuire al mantenimento economico della famiglia, si sentirà profondamente in colpa e cadrà in un circolo vizioso in cui gli sembrerà di aver fallito non solo in ambito lavorativo, ma anche in ambito personale.
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La perdita del lavoro è soltanto una delle possibili cause di stress emotivo o esistenziale per un uomo, ma in ogni caso l’uomo si troverà in una situazione molto complicata, dal momento che gli uomini, molto più che le donne, non sono abituati a chiedere aiuto.
Chiedere aiuto o semplice supporto ai propri familiari, agli amici o addirittura a un professionista è ancora considerato come un segno di debolezza all’interno della nostra società. Questo vale sia per gli uomini sia per le donne, ma gli uomini sperimentano un senso di vergogna a cui non riescono a sottrarsi, dal momento che sentono su di sé il peso della responsabilità di essere “vincenti a tutti i costi”, come la società dipinge l’uomo ideale.
Quali sono le strategie che si possono mettere in atto per sostenere un uomo in un momento difficile senza incappare in quei meccanismi tossici che non solo peggiorano la situazione ma possono anche rovinare il rapporto di coppia?
Si può aiutare un uomo in crisi?
La prima domanda a cui si deve trovare una risposta è di ordine generale: un uomo che sta attraversando una crisi esistenziale, professionale o personale può essere aiutato dalla sua compagna?
La risposta è assolutamente affermativa. In una coppia sana il partner dovrebbe essere la prima persona a cui rivolgersi per confidare le proprie paure e le proprie difficoltà.
Questo, ovviamente, vale per entrambi i partner, a prescindere dal sesso, ma spesso gli uomini cadono nella trappola dell’orgoglio perché si convincono che un vero uomo dovrebbe essere in grado di risolvere i propri problemi da sé.
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Se è sempre possibile aiutare un uomo in crisi, bisogna però sempre tenere in considerazione il fatto che, per farlo, ci sono modi corretti e modi meno corretti.
A quale categoria appartiene il tuo uomo?
Secondo una ricerca condotta nel 2018 da GFK – Ticket To Love, gli uomini italiani tra i 35 e i 70 anni possono essere divisi in 3 categorie:
- Forever Young: in questa categoria rientra il 32% degli uomini intervistati. I “giovani per sempre” non hanno ancora compiuto 50 anni, sono concentrati sulla propria carriera, i propri interessi e le abitudini da condividere con gli amici
- Family Man: nella maggior parte dei casi over 50, il Family Man si concentra sulla costruzione e sulla gestione della famiglia. È il tipo d’uomo più realizzato e felice tra quelli intervistati
- Aspirante leader: il 22% dei maschi italiani è concentrata sul lavoro, in cui spesso occupa (o desidera occupare) posizioni di responsabilità. In famiglia è un uomo che preferisce prendere da solo le decisioni importanti e che, quindi, risulta piuttosto infastidito da una compagna che cerchi di interferire nei suoi piani.
Ognuna di queste categorie vive e gestisce il fallimento in maniera diversa dalle altre e, per questo motivo, è fondamentale individuare a quale categoria appartiene l’uomo in crisi che si sta cercando di sostenere.
I Forever Young e gli Aspiranti Leader sono le persone più difficili con cui avere a che fare nei momenti di crisi.
I primi cercheranno semplicemente di non ammettere il fallimento, di nasconderlo o evitarlo pensando ad altro, spendendo denaro (che a volte non hanno) oppure dedicandosi a qualsiasi passatempo possibile pur di non concentrarsi sul problema.
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Gli aspiranti leader saranno portati a negare il fallimento o il problema anche con se stessi. Manifesteranno grandi dosi di rabbia e frustrazione sia verso se stessi sia nei confronti degli altri e, per questo motivo, potrebbero essere estremamente difficili da gestire.
I Family Man, che tendono ad avere con le proprie compagne un rapporto più alla pari rispetto a quello che costruiscono gli altri tipi di uomo, saranno in grado di parlare più apertamente dei propri problemi e addirittura di coinvolgere la compagna nella loro risoluzione.
Quando “non giudicarmi” diventa un ricatto
A prescindere dalla categoria in cui rientra l’uomo in questione, è molto probabile che l’uomo chieda alla propria compagna – direttamente o indirettamente – di non essere giudicato per i propri errori o per le proprie mancanze.
Quando gli uomini si riferiscono al giudizio delle donne in maniera negativa indicano in genere quell’atteggiamento ipercritico che molto spesso le donne adottano quando sono furiose. “Non sai fare niente”, oppure “sei un fallito” sono frasi che non servono a nulla se non a ferire la persona che le ascolta gettandola in un abisso di disperazione ancora più profondo.
Altre volte però il “non giudicarmi” diventa un ricatto. Alcuni uomini (specialmente gli aspiranti leader e gli eterni bambini) non amano ricevere critiche di nessun tipo, anche critiche costruttive, perché le vivono comunque come una minaccia a cui non sanno fare fronte.
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In questo caso la donna si ritrova bloccata e non sa come collaborare a risolvere il problema. Nella maggior parte dei casi basta aspettare che la rabbia o la frustrazione iniziale dell’uomo siano sbollite e tentare nuovamente un approccio nella speranza che venga accettato.
Se invece l’uomo dovesse rimanere chiuso nella propria bolla di rabbia, prendendosela con chiunque pur di non ammettere le proprie colpe, oppure rifiutandosi di cercare attivamente una soluzione per pigrizia o mancanza di coraggio, allora forse è il caso di cambiare partner.
Come aiutare un uomo in crisi?
Se l’atteggiamento critico a tutti i costi è il peggiore che si possa tenere con una persona in difficoltà, porsi nella modalità dell’ascolto è invece la scelta migliore.
Ogni persona, e gli uomini in particolare, ha bisogno di rispettare i propri tempi per trovarsi nel giusto stato d’animo per parlare dei suoi problemi e dei suoi sentimenti.
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Le donne dovrebbero tener presente che per un preconcetto culturale che sarà duro a morire ancora per molti anni, gli uomini si sentiranno “in difetto” parlando delle proprie debolezze. Per questo motivo imporre il discorso è un errore madornale in cui le donne cadono molto spesso. Costringere una persona a toccare un argomento che rifiuta è il modo peggiore per affrontare la questione. Bisognerà attendere che sia lui a voler affrontare l’argomento, con i suoi modi e con i suoi tempi e, nel frattempo, bisognerà far sentire la propria, rassicurante e silenziosa presenza.
Solo allora sarà possibile intavolare un discorso costruttivo per analizzare insieme il problema, trovare possibili soluzioni o semplicemente superare un momento di abbattimento.