Riccardo Muti chi è? Tutto quello che c’è da sapere tra età, carriera e vita privata
Riccardo Muti è un maestro d’orchestra di 77 anni. Lui è nato il 28 luglio 1941 a Napoli sotto il segno del Leone, è alto 10 centimetri e pesa circa 75 kg. I suoi genitori sono Domenico Muti, originario di Molfetta in Puglia, e Gilda Peli Sellitto di origini napoletane. Fino ai suoi 16 anni vive nella città natale di suo padre poi si trasferisce a Napoli, qui frequenta l’ultimo anno di liceo classico.
Successivamente si dedica alla musica, studia poi pianoforte e consegue il diploma con lode al Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegui a Milano gli studi musicali presso il conservatorio Giuseppe Verdi, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto. Qui consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra.
Nel corso della sua vita ha ricevuto anche altre lauree: una laurea honoris causa in musicologia dall’Università degli Studi di Pavia, una in Lettere dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Milano, in lettere moderne dall’Università Federico II di Napoli, l’Università degli Studi di Siena gli ha conferito una laurea honoris causa in Letteratura e Spettacolo e una in Storia e critica delle culture musicali dall’Università degli studi di Torino.
Nome: Riccardo Muti
Età: 77 anni
Data di nascita: 28 luglio 1941
Luogo di nascita: Napoli
Segno zodiacale: Leone
Titolo di studio: Diploma
Professione: direttore d’orchestra
Altezza: 170 cm
Peso: 75 kg
Account social: Instagram, Facebook, Twitter
Sito Web: www.riccardomuti.com
Riccardo Muti non è particolarmente attivo sui social. Ha un account su Instagram, conta oltre 3mila follower e solo 88 post. Ama condividere doto che riguardo principalmente il suo lavoro come direttore d’orchestra, potete trovare il suo account ufficiale qui.
Il 77enne ha un profilo su Facebook, è seguito da oltre 71mila persone ed ama condividere foto e video che riguardano il suo lavoro e la sua passione, vi lasciamo il link del suo profilo qui. Su Twitter conta 2mila followers e solo 15 tweet, infatti condivide o retweetta in maniera molto sporadica. Il suo account ufficiale è questo qui. Infine ha un sito web: www.riccardomuti.com
Per quanto riguarda la vita privata di Riccardo Muti sappiamo che ormai da tanti anni è sposato con Cristiana Mazzavillani, loro si sono conosciuto al Mazzavillani quando lui era ancora uno studente. Oggi la coppia ha tre figli che si chiamano rispettivamente Francesco, Chiara e Domenico. Muti è anche nono di due spenditi nipotini, Riccardo e Gilda.
Sua moglie come lui è una grande amante della musica infatti è diplomata in pianoforte didattico e in canto artistico presso il Conservatorio di Milano, è presidente del Ravenna Festival. Oggi vive a Ravenna insieme a suo marito.
Riccardo Muti fa il suo debutto nel 1967 presso il Teatro Coccia di Novara e riesce a vincere anche il Premio Cantelli per giovani direttori d’orchestra. L’anno successivo diventa direttore musicale e d’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Tra il 1980 il 1992 è direttore musicale della Philadelphia Orchestra di Londra, dove succede a Otto Klemperer. Nel 2004 fonda l‘Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale.
Mentre dal 1986 al 2005 è direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, purtroppo l’orchestra e lo staff votano a grande maggioranza una mozione di sfiducia nei confronti di Muti che si vede costretto ad annullare il concerto. Qualche giorno più tardi presenta le sue dimissioni. Nel 2015 ha fondato a Ravenna la Riccardo Muti Italian Opera Academy per allievi di direzione d’orchestra, maestri accompagnatori e cantanti d’opera. Oggi continua ad essere uno dei direttori d’orchestra più importanti e famosi al mondo. Nel 2019 è ospite di Raffaella Carra per il suo programma A raccontare comincia tu.
Qualche hanno fa in un’intervista per il messaggero ha raccontato i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi dall’Opera di Roma: “Sembra che volare alto sia fatica sprecata. Mi eleggono ad arbitro di questioni che, ultimamente, sono sempre le stesse. Ad esempio, ho a suo tempo spiegato con chiarezza, già nella lettera con la quale mi congedai da un Teatro dove non ero direttore musicale, bensì “davo una mano”, i motivi del mio allontanamento dall’Opera di Roma: sono mancate le condizioni per rimanerci. Lavoravo con una buona orchestra, ma ho visto via via scemare la compattezza, l’entusiasmo, la possibilità di realizzare grandi cose. Sorgevano difficoltà di ogni tipo. La tournée in Giappone, alla quale buona parte dell’ensemble non partecipò, è stata poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Sulle voci che circolano, periodicamente, sulla possibilità che torni nella Capitale, taglia corto: “Nel mare magnum delle notizie che oggi si inseguono con una rapidità e un pressapochismo riprovevoli, se ne sentono di tutti i colori. Non sarebbe invece ora di affrontare i grandi temi, di ridare un valore al lavoro, allo studio, al sacrificio, di ricostruirci, come persone e come Paese?”