Ricostruzione+unghie%3A+perch%C3%A9+il+gel+si+distacca+dai+lati
chedonnait
/ricostruzione-unghie-motivi-distacco-gel/amp/

Ricostruzione unghie: perché il gel si distacca dai lati

Che siano colorate, tinta unita, con micropittura o glitter non importa, la moda del momento delle nostre unghie è ormai tutta in mano a gel e semipermanenti. Centri specializzati aprono in ogni parte delle nostre città, i corsi tecnici più seguiti dalle ragazze di oggi sono quelli di ricostruzione unghie, ma non sempre i risultati del loro lavoro sono poi al passo delle nostre aspettative. Sbeccature, bolle d’aria, micosi, onicolisi, gli orrori che possiamo vedere sulle nostre povere mani sono tantissimi, ma vi siete mai chieste perché il gel si distacca dai lati? Molte possono essere le cause del distacco del prodotto dalle nostre unghie, ma la colpa di chi è, nostra o dell’onicotecnica alla quale ci siamo affidate?

Cause del distacco del gel dalle unghie

Qui di seguito noi di CheDonna.it abbiamo racchiuso i motivi più comuni per cui il gel o il semipermanente si distaccano precocemente dall’unghia. Vi ricordiamo che non c’è un tempo massimo in cui sottoporsi a sedute di ricostruzione unghie, se la vostra onicotecnica è una vera professionista, non recherà alcun danno alle vostre mani, anche a distanza di anni. Se invece avrete la sfortuna di incappare in una ‘non-professionista’, e dovreste rendervi conto che piano piano le vostre unghie si stanno indebolendo, sfaldando o solcando, vi ricordiamo che ci sono molti rimedi fai-da-te per far tornare le vostre unghie in ottimo stato.

Il letto ungueale non è stato accuratamente pulito

Una delle cause principali del distaccamento immediato del gel è la mancanza di attenzione dell’esperta nella pulizia e opacizzazione del letto ungueale. Molte ‘nuove leve’ pensano sia una perdita di tempo e per velocizzare la seduta, e poter così inserire più appuntamenti in una sola giornata, saltano o dedicano poco tempo alla preparazione del letto ungueale. Come fare per sapere se la vostra manicurista sta operando bene?

Prima di tutto l’esperta dovrà togliere ogni residuo di gel vecchio che non sia ben aderito all’unghia: bolle d’aria, fratture del gel o simili non devono essere presenti nel momento in cui si inizia la nuova ‘costruzione’. Le cuticole, ormai ricresciute, dovranno essere spinte con un bastoncino d’arancio senza utilizzare degli olii; l’eponicchio (il trascinamento della cuticola che lascia residui sull’attaccatura dell’unghia) dovrà essere ben eliminato con una lima o, per le più esperte, con una fresa. Il letto dell’unghia dovrà essere disinfettato con un apposito prodotto vaporizzato sull’unghia e per concludere prima di passare a qualsiasi nuovo passaggio, il tutto va opacizzato con un mattoncino (o buffer) dalla grana leggermente abrasiva, per far si che il letto sia ben poroso. Se mancano questi passaggi fondamentali, è molto probabile che il lavoro salti di li a poche ore.

Ecco un video che vi farà capire meglio tutti i passaggi che vi abbiamo appena spiegato:

 

Catalizzazione in lampada troppo breve

Qui la colpa è al 50 e 50. Spesso la fretta è la maggior nemica della cliente o dell’onicotecnica. I tempi di catalizzazione non possono essere accorciati di troppo, ogni prodotto ha un suo tempo di catalizzazione (circa due minuti per ogni nuovo passaggio), se quindi per fretta di una delle due parti i tempi non vengono rispettati, si rischia che il prodotto risulti ben catalizzato in superficie ma lo strato sottostante, quello a contatto con l’unghia per intenderci, rimane liquido, e questo fa si che il lavoro non aderisca bene e salti dopo pochissimo tempo. Nella maggior parte dei casi vedrete che la parte finale si toglierà come una pellicola. State attente soprattutto ai colori scuri: i raggi UV impiegheranno molto più tempo per catalizzare anche la parte sottostante.

Per fortuna ultimamente la tecnologia è corsa in nostro aiuto, inserendo sul commercio nuove lampade per la catalizzazione: questa innovativa attrezzatura da lavoro è molto più efficace ed efficiente della vecchia ed obsoleta lampada a bulbi essendo dotata di piccoli faretti al LED, sempre emettenti raggi UV, ma molto più veloci nel processo di catalizzazione dei prodotti foto-indurenti (ossia quei prodotti che si ‘induriscono’ a contatto con i raggi UV, processo che fa passare il gel da uno stato gelatinoso ad uno stato solido).

La differenza sostanziale tra queste due diverse tecnologie è la durata della seduta: mentre per le lampade con bulbi, il tempo di catalizzazione minimo per ogni passaggio era di almeno 2 minuti, per le nuove lampade a LED ogni passaggio può essere terminato con un tempo massimo di circa 30 secondi (tempo dettato anche dalla potenza del macchinario utilizzato), tranne che per il passaggio finale di catalizzazione del finish, per cui possono volerci anche 90 secondi, comunque un gran risparmio di tempo per cliente e professionista!

 

Bulbi della lampada scarichi o vita della lampada a LED troppo lunga

Il tempo stimato di vita di un bulbo della lampa a raggi UV per la ricostruzione unghie è di circa 3-4 mesi (dipende molto anche dal carico di lavoro della professionista). A volte può capitare che i tempi di catalizzazione durante la seduta siano rispettati, ma il gel salti ugualmente: in questo caso potrebbe essere colpa della mancata sostituzione dei bulbi, che probabilmente hanno perso nel tempo la loro potenza. Se voi siete le clienti suggeritelo alla vostra onicotecnica.

Per quanto riguarda le lampade al LED il discorso è diverso. Le lampadine di questa non possono essere sostituite, ma a differenza della tecnologia precedente, la ‘vita’ dell’apparecchio è molto più lunga. Se il risultato non è soddisfacente potrebbe essere arrivato il momento di ‘morte naturale’ dell’apparecchio, che andrà completamente sostituito.

 

Sollecitazione eccessiva dell’unghia

Se il lavoro è stato fatto a regola d’arte ma dopo pochi giorni le punte delle vostre unghie o i lati iniziano a staccarsi dal gel o dal semipermanente, è probabile che voi stiate sollecitando troppo con lavori casalinghi, di giardinaggio o simili le vostre mani: così facendo solleciterete con largo anticipo il distaccamento del prodotto dal letto ungueale, ed inizierete a notare punte sbeccate o sporcizia tra unghia e gel. In questo ultimo caso correte al negozio della vostra esperta, c’è grandissimo rischio di contrarre micosi (i così detti funghi) dai quali curarsi è davvero difficile.

L’ambiente sotto le vostre unghie deve essere sempre il più sterile possibile: con il distaccamento parziale i batteri avranno il loro ambiente ideale per proliferare e creare infezioni. ATTENZIONE: nel caso di distaccamento parziale o totale del gel, dilaga tra le clienti il malcostume di ‘reincollare’ la parte saltata con colle casalinghe, sbagliato! Ormai i batteri sono entrati, e se il vostro appuntamento per un refill è lontano, creerete voi stesse  l’ambiente favorevole alle micosi.

 

Utilizzo di prodotti scadenti

Siete certe che la vostra estetista usi prodotti buoni? Se il prezzo del lavoro è eccessivamente basso fatevi una domanda: i prodotti buoni ed eccellenti costano, quindi pagare meno di 20 euro per un semipermanente o meno di 30 per una copertura gel dovrebbe puzzarvi un po’, magari apparentemente pagherete di meno, ma se invece che una volta al mese dovrete recarvi al centro almeno due o tre per prevenire la prematura rottura, allora ci state rimettendo. Chi meno spende più spende! Ricordatevelo sempre!

 

Il punto di stress dell’unghia non è abbastanza rinforzato

Spesso può accadere che la cliente chieda alla propria professionista di non avere unghie troppo ‘spesse’, preferendo una forma più naturale. Questa richiesta può essere ovviata dall’applicazione del semipermanente, prodotto molto più sottile che rende più naturale la copertura. Per quanto riguarda il gel invece, ci sono delle ‘proporzioni‘ che non possono essere alterate: essendo il gel un prodotto molto duro una volta catalizzato, deve essere costruito sull’unghia in modo che il punto di stress (ossia il punto in cui si ripercuotono gli urti) debba essere ben definito e molto resistente.

La famosa Curva C che molte clienti odiano infatti, è stata studiata appositamente per rendere il prodotto meno soggetto a rotture nel momento in cui l’unghia è sottoposta a traumi. E’ noto che in architettura la forma più resistente per qualsiasi costruzione sia l’arco (immaginate per esempio alle strutture che sostengono i ponti autostradali) forma che permette una ripercussione uguale e costante su tutta la superficie sostenuta; nello stesso modo nella ‘costruzione’ della struttura perfetta che sostiene la nostra unghia, è fondamentale la presenza di una forma ad arco.

Se questo punto di stress è messo nel punto sbagliato, ossia se è stato posizionato troppo in avanti verso la punta esterna dell’unghia, o troppo indietro verso le cuticole, tutta la struttura sarà alterata, creando probabili distacchi di prodotto al lato opposto della caricatura del prodotto. Per essere sicure che il lavoro sia stato fatto nel modo corretto non dovrete far altro che guardare la vostra ricostruzione di lato: se vedrete un’armonica forma a C (un arco perfetto per capirci meglio), sarete certe dell’ottimo lavoro della vostra professionista. In caso contrario state pur certe che di lì a poco il gel si staccherà dalle vostre unghie.

Dopo tutte queste nozioni tecniche vi lasciamo ad un video decisamente più leggero che di sicuro apprezzerete! Non sapete come fare le unghie alla vostra prossima seduta? Ecco qualche tutorial nail-art che farà al caso vostro! Ma prima di lasciarvi a queste fantastiche idee vi ricordiamo che se vi sono piaciuti i nostri consigli, potete andare sulla nostra pagina Facebook e mettere ‘mi piace’, così non perderete nessun altro aggiornamento per rendere la vostra vita molto più facile e divertente con un solo click! Vi aspettiamo!

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

Silvia Cini

Classe 1982, giornalista pubblicista dal 2020, divento ‘mamma’ di CheDonna, ideato in concerto con la proprietà, nel lontano 2009. Fu la mia prima esperienza giornalistica e dal primo ‘pubblica’ su WordPress capii che questa era la mia vera passione. Dirigo questa testata da allora, gestendo un gruppo di persone appassionate e professionali che negli anni sono diventate la mia famiglia. Nel 2019 divento mamma di Sara, e grazie a lei do vita ad altri progetti legati al mondo delle mamme e del settore food sempre per la Web365. Oggi dirigo 4 giornali e la mia passione per questo lavoro cresce ogni giorno di più.

Published by