In occasione di una convention promossa a Campobasso, “Avus per San Giuliano di Puglia” e organizzata dal Consiglio nazionale dei Geologi in collaborazione all’Associazione delle vittime universitarie de L’Aquila emergono alcuni dati preoccupanti sulla sicurezza degli edifici scolastici.
Secondo i geologi il 70% degli edifici scolastici in Italia non sarebbe adeguato dal punto di vista sismico, laddove l’80% del territorio italiano è a rischio sismico.
Tanto che secondo le stime, sarebbero necessari ben 25 anni per ripristinare e mettere in sicurezza gli edifici, per un investimento di 50 miliardi di euro.
“È una fotografia drammatica e questo è un problema che riguarda non solo le scuole, ma anche gli ospedali, le caserme, gli edifici pubblici in generale. Posti dove c’è permanenza di persone per molte ore al giorno”, ha affermato Piero De Pari, segretario del Consiglio nazionale dei Geologi.
Per il geologo tuttavia, 25 anni per la messa in sicurezza delle scuole “sono un tempo che un paese civile non si può permettere”. Tanto che di fronte alle promessi del premier Matteo Renzi che ha fatto dell’edilizia scolastica il suo cavallo di battaglia, De Pari è del parere che “bisogna pensare ad azioni differenti che vadano nella direzione dell’affrontare immediatamente le situazioni cogenti e, con coraggio politico, occorre poi fare anche delle scelte un po’ impopolari”.
In questo panorama, inoltre viene ricordato la situazione che stanno attraversando i sindaci: “In questo momento purtroppo sono loro i soggetti più in difficoltà perché sono l’interfaccia diretta dei dirigenti scolastici in quanto proprietari delle strutture e quindi hanno necessità di mettere in sicurezza gli edifici, laddove ci sono le risorse per farlo, ma nel contempo hanno a cuore le sorti della comunità perché sono autorità di Protezione civile. Quindi è una sorta di elastico che si tira da un lato e dall’altro si accorcia. A loro servirebbero interventi straordinari”.
Lo scorso 10 gennaio si è riunito l’Osservatorio sull’Edilizia Scolastica presso il Ministero dell’Istruzione e siamo in attesa che si concretizzi l’impegno del premier sull’edilizia scolastica intesa come “priorità” del suo governo, per cui ha annunciato un piano da 5 miliardi entro fine legislatura, lanciando gli hashtag “scuolebelle, #scuolesicure e #scuolenuove”. Al momento sono a diposizione 1 miliardi di euro, per cui il ministero dell’Economia deve ancora firmare lo sblocco di circa 900milioni messi a disposizione dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e prevista dal Dl Istruzione 104/2013 dell’ex ministro Carrozza.