La consapevolezza del potere delle immagini veicolate da media ha provocato molte reazioni a partire da quelle che riguardano l’immagine della donna.
Molto spesso, si è sentito parlare delle fashion victim, oppure di casi in cui le giovani e non solo, diventano vittime delle pagine platinate dei media che riportano fotografie, spesso ritoccate, di donne perfette, praticamente tutte uguali. Un’omologazione che ha portato la fotografa californiana Karen Beard a creare una start up per promuovere un archivio fotografico, intitolato Shestockimages, messo a diposizione dei media, cartacei e web, e ristabilire un’immagine più reale della donna con fotografie di donne di tutto il mondo, di tutte le età ed etnie, impegnate in attività quotidiane o alternative a quelle a cui siamo abituate a vedere. Ovvero sempre le solite immagini di passerelle, modelle in deshabillé, con tacco a spillo mentre fanno le pulizie di casa.
Tanto che nel sezione riservata alla missione di Shestockimages viene indicato che l’intento è quello di testimoniare “la vita reale di donne reali”.
Le fondatrici dell’archivio fotografico sottolineano che l’idea consiste nel “riparare la frattura che si è creata tra il marketing e le donne. Noi crediamo che sia possibile soddisfare contemporaneamente le esigenze degli acquirenti e delle donne, per cui intendiamo offrire immagini che aiutano a colmare le connessioni”.
“Come donna e professionista non ero contenta della situazione. Mi sentivo incompresa perché le immagini che vedevo intorno a me non riflettevano la realtà che conoscevo”, ha raccontato la Beard, spiegando che la decisione di creare questa start up è scaturita vedendo la figlia di 8 anni che sfogliava le riviste.
“A volte faceva dei commenti davvero inquietanti. Non volevo che crescesse con un’immagine irrealistica delle donne, così ho deciso di fare qualcosa, anche come madre”, ha aggiunto la fotografa.
All’archivio Shestock collaborano circa 150 fotografe. L’archivio è diviso in varie sezioni, che affrontano tematiche come l’età, l’amore, l’amicizia, la famiglia, lo sport e il lavoro.
“Non si tratta di un singolo stereotipo ma del modo in cui tutta la varietà delle figure femminili è ridotta ad un ideale di perfezione“, ha poi concluso Karen certa del fatto che “lo stesso immaginario che vuole le donne deboli e remissive costringe gli uomini nella parte del macho. Col nostro progetto in realtà stiamo migliorando anche la loro situazione”.