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Sindrome del Cavaliere Bianco: come salvarti dal tuo salvatore

Il Cavaliere Bianco è una figura sempre positiva nelle fiabe per bambini ma nel mondo reale si trasforma in una sorta di incubo per le donne che non vogliono essere salvate. Hai mai avuto un Cavaliere Bianco nella tua vita?

(Fonte: Instagram)

Molte donne più o meno giovani coltivano il desiderio di incontrare prima o poi il Principe Azzurro. Si tratta del sogno romantico per eccellenza, legato a un tipo di immaginario che viene proposto alle future donne fin da quando sono bambine.

Il Principe Azzurro è l’innamorato fedele che salva la principessa da un pericolo o da una situazione spiacevole e poi la sposa, trasformandola in una regina, cioè facendole compiere il passaggio da ragazza a donna senza che lei abbia praticamente mosso un muscolo.

C’è da dire in sua difesa che il Principe Azzurro agisce per amore, e in nome dell’amore è disposto a compiere grandi imprese e ad affrontare grandi pericoli pur di “liberare” la sua principessa.

La figura del Cavaliere Bianco nelle favole italiane compare molto più di rado rispetto al classico Principe innamorato. Si tratta di un aiutante positivo che sostiene la Principessa senza nutrire nei suoi confronti sentimenti d’amore, esattamente come nella famosissima fiaba di Fantaghirò.

Quando un partner ha la sindrome del Cavaliere Bianco concentra tutte le sue energie nell’aiutare e salvare la persona prescelta, e questa “missione” a volte diventa più importante  del sentimento d’amore e lo distorce, rendendo la vita della “damigella in pericolo” un inferno assoluto.

Come capire se un Principe ha la sindrome del Cavaliere Bianco

(Fonte: Instagram)

Alcune persone si assumono il compito di aiutare gli altri in qualsiasi circostanza, in qualsiasi condizione, a qualsiasi costo.

Considerate dalla società persone buone e altruiste, questi “salvatori di mestiere” lo sono davvero anche se molto spesso questo spasmodico desiderio di salvare gli altri nasconde una profonda incapacità di salvare se stessi.

Coloro che combattono battaglie al posto di altri, che sostengono gli altri in tutto e per tutto, traggono un enorme piacere psicologico quando riescono a fare qualcosa di buono per le persone che amano. Il loro altruismo è anche, quindi, una strana forma di egoismo.

Il Cavaliere Bianco nella maggior parte dei casi è un uomo che, quando entra in una relazione di coppia, si assume il compito di risolvere tutti i problemi della sua compagna, a volta addirittura precedendoli anticipando le richieste della partner.

Per interpretare al meglio il suo ruolo di salvatore, il Cavaliere Bianco stabilisce relazioni amorose con persone fragili o che stanno attraversando un momento di fragilità nella loro vita. Le loro partner ideali sono donne – bambine che sembrano avere costante bisogno di supporto emotivo, pratico ed economico.

Naturalmente questa attrazione fatale per le “damigelle in pericolo” non è mai conscia: si tratta di un meccanismo inconscio e incontrollabile che il Cavaliere Bianco non ha modo di evitare.

L’obiettivo del Cavaliere Bianco è quello di essere un punto di riferimento costante e indispensabile per la vita emotiva e pratica dell’altra persona. Creando una relazione di dipendenza spera di non essere mai abbandonato dal partner e, quindi, di mettere al sicuro la propria emotività da dolori che ha provato in passato.

Molto spesso infatti le persone con la sindrome del Cavaliere Bianco hanno sperimentato traumi e abbandoni durante l’infanzia: sono figli di genitori separati o di genitori assenti. Non avendo ricevuto un affetto sufficiente durante la prima parte della loro vita, cercano di costruire le condizioni perfette per riceverne in abbondanza durante la vita adulta.

Il problema è che quando il Cavaliere Bianco mette in atto le sue strategie di soccorso e di cura finisce per creare grande malessere nella persona che viene costantemente aiutata e soccorsa.

Spesso infatti il Cavaliere Bianco è invadente senza rendersene conto e finisce per impedire alla propria partner di crescere, di diventare indipendente o, in linea più generale, di superare il momento di fragilità che stava attraversando.

Questo può dar luogo a due tipi di dinamiche: se la partner desidera diventare indipendente, comincerà a comprendere che la vicinanza del Cavaliere Bianco è un limite per lei e a un certo punto deciderà di lasciarlo. Il Cavaliere Bianco a questo punto sperimenterà un nuovo abbandono e con ogni probabilità si lancerà a capofitto nella ricerca di un’altra persona da salvare, continuando all’infinito un circolo vizioso.

Spesso le donne amate da un Cavaliere Bianco sviluppano un enorme senso di colpa nei suoi confronti che viene spesso alimentato dalla società. Molte donne che vivono in relazioni simili, infatti, si sentono ripetere che dovrebbero sentirsi molto fortunate e che, se si lamentano di un trattamento così generoso da parte del loro partner, sono delle vere ingrate.

Queste donne affronteranno un cammino di liberazione estremamente faticoso, che le porterà a combattere contro le proprie insicurezze (che sono state alimentate dalla relazione con il Cavaliere Bianco), contro il parere delle amiche e dei familiari e infine contro lo stesso Cavaliere Bianco, che farà di tutto per opporsi all’abbandono da parte dell’amata.

Si tratta però di una battaglia di liberazione che è necessario combattere: il Cavaliere Bianco di Fantaghirò insegna alla principessa a usare arco e frecce, trasformandola in tutto e per tutto in una persona in grado di difendersi da sola e di raggiungere obiettivi importanti, di “puntare al Sole” credendo in se stessa. È questo quello che dovrebbe fare un personaggio realmente positivo nella storia della nostra vita, non dovrebbe farci sentire ingabbiate, incapaci e insicure.

Paradossalmente, con una partner dipendente che non ha alcuna intenzione di affrancarsi dalla dipendenza, il Principe – Cavaliere Bianco sarà felice a lungo, poiché la donna in questione non lo abbandonerà. Per quanto si tratti di una relazione apparentemente felice, infatti, nella maggior parte dei casi non è una relazione funzionale, dal momento che entrambe le persone coinvolte non stanno affrontando e risolvendo i propri problemi emotivi e psicologici: al contrario stanno costruendo la propria vita intorno ad essi.

In conclusione, il Cavaliere Bianco che si riconosca come tale dovrebbe cominciare a combattere i propri draghi e mettersi in comunicazione con il proprio bambino interiore. Questo è l’unico modo per curare definitivamente le proprie ferite e non continuare in eterno a guarire quelle degli altri anche quando questi ultimi non lo richiedono.

Finora abbiamo parlato del Cavaliere Bianco come figura prevalentemente maschile ma, come sempre, esiste una figura simile anche nell’universo femminile: la Sindrome della Crocerossina è molto più diffusa di quanto si possa immaginare, ed è altrettanto tossica.

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