La sindrome dell’occhio secco è una patologia molto diffusa che riguarda la lubrificazione dell’occhio. Vediamo le cause, i sintomi e le cure.
Si tratta di una malattia molto diffusa: è la sindrome dell’occhio secco, considerata una patologia cronica, investe all’incirca il 25% della popolazione italiana, in particolare le donne in menopausa.
Si tratta di un’alterazione quantitativa o qualitativa del film lacrimale, composto principalmente d’acqua (90%) e in minima parte da sostanze grasse (10%).
Può manifestarsi con una ridotta produzione lacrimale, ovvero l’ipolacrimia o con un’eccessiva evaporazione lacrimale, la dislacrimia. Scopriamo di più.
La sindrome dell’occhio secco è una patologia che investe 350 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia investe il 25% della popolazione colpendo soprattutto le donne dopo i 45 anni (50%) e quelle in menopausa (90%).
Con l’avanzare dell’età è una malattia che peggiora e le cause scatenanti sono:
Inoltre, ci sono delle situazioni che possono acutizzare o peggiorare la patologia come l’uso eccessivo di lenti a contatto, aria condizionata, esposizione al sole, uso eccessivo di tv e schermi vari come cellulari, computer, tablet. Ma anche allergie al polline o stress.
I sintomi che si presentano con la sindrome dell’occhio secco, da non confondere con la congiuntivite che può comunque sopraggiungere a chi soffre di questa patologia, sono:
Chi soffre di questa patologia, spesso ha anche disturbi alla gola e ai seni paranasali, come congestione nasale, tosse cronica, raffreddori frequenti, mal di testa, congestione all’orecchio e allergie.
Inizialmente per curare la sindrome dell’occhio secco dovremmo porre attenzione alle nostre abitudini. Sicuramente sarà utile controllare la dieta, bere molta acqua e mangiare frutta e verdure. Anche tenere abbasta umidificati gli ambienti dove viviamo ha un ruolo importante. E limitare l’uso di schermi.
Ovviamente dopo che l’oculista avrà diagnosticato la patologia, ci consiglierà dei colliri o gel che svolgono un’azione detergente, lubrificante e disinfettante. Poi, potrà prescriverci degli antinfiammatori mirati. Generalmente i corticosteroidi ad uso locale, le tetracicline e un collirio a base di ciclosporina. Altrimenti ci sono dei sostituti lacrimali biologici.
Un altro trattamento è la pulizia delle ghiandole di Meibomio con una cannula. Si pratica in ambulatorio e consiste nel mettere una goccia di collirio anestetico per risolvere la disfunzione delle ghiandole. Altrimenti c’è la luce pulsata per stimolare le suddette ghiandole. Si può procedere anche con l’occlusione dei puntini lacrimali con dei tappi in collagene.
Ma dovrà essere lo specialista a valutare caso per caso come procedere.