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SPARATORIA DENVER IN NOME DI BATMAN: ripercorriamo cosa è successo

Avevano pagato anche 100 dollari per accaparrarsi un biglietto, mettendosi in fila con sei ore di anticipo per assistere all’ultimo episodio della saga di Batman.

Così, tutti riuniti in un cinema alla periferia di Denver, sono diventati l‘obiettivo della furia cieca di James Holmes, bianco 24enne, che ha sparato a bruciapelo anche a un bambino.
Dodici sono state le vittime (10 decedute sul posto, 2 in ospedale) e una cinquantina i ricoverati, sia per colpi d’arma da fuoco che per l’inalazione di sostanze tossiche; sembra che tra questi ci sia anche un bimbo di soli tre mesi.
A circa 15 minuti dall’inizio della proiezione, James è entrato nel cinema con il viso nascosto da un maschera antigas simile a quella indossata da “Flagello”, il cattivo del film, e ha aperto il fuoco sugli spettatori. L’arrivo in sala di una persona vestita di nero, con giubbotto antiproiettile, casco e occhialoni scuri, oltre che con la maschera del gas, non ha destato sospetti nel pubblico, poichè anche gran parte degli spettatori indossava gli abiti dei personaggi del fumetto.

Il presidente Obama, che è stato informato dell’accaduto alle 5 del mattino, mentre si trovava a palm Beach, si è detto “scioccato” dalla sparatoria “tragica ed atroce”. “In questi momenti bui e di sfida, dobbiamo ritrovarci insieme come un’unica famiglia americana – ha dichiarato Obama – Ognuno di noi deve avere la gente di Aurora nei propri pensieri e nelle proprie preghiere mentre affrontano la perdita di familiari, amici e conoscenti, e dobbiamo stare tutti insieme con loro nelle prossime ore e nei prossimi giorni”. Il presidente ha deciso quindi di anticipare il rientro a Washington, cancellando un appuntamento di campagna elettorale in Florida.
La strage ha avuto luogo nel centro commerciale di Aurora, nella sala 9 del Century 16 Movie Theatre. Inquietante scoprire che Aurora sia a meno di 20 miglia dalla Columbine High School, il liceo che il 20 aprile del 1999 fu teatro di un altro massacro nel quale morirono 13 persone (12 studenti e un insegnante) prima che i due assassini, gli studenti Eric Harris e Dylan Klebold, si suicidassero all’arrivo della polizia.

Secondo quanto riportato da alcuni testimoni, l’autore della strage di Aurora avrebbe gettato alcuni candelotti lacrimogeni dentro la sala cinematografica. “La gente all’inizio pensava che gli spari fossero parte del film”, ha raccontato una sopravvissuta. Alcuni proiettili hanno passato le pareti, finendo nella sala accanto, ferendo in maniera lieve alcune persone. Molti feriti sono stati caricati sulle auto della polizia, senza attendere l’arrivo delle autoambulanze.
James Holmes, nato il 13 dicembre del 1987, è stato fermato mentre cercava di arrivare al parcheggio del centro commerciale. In un primo momento si era pensato alla presenza di un complice, ma secondo la polizia non ci sono prove di una seconda persona coinvolta. Gli investigatori, compresi 100 agenti dell’Fbi presenti sul luogo, stanno indagando sui trascorsi di Holmes, ma il suo unico precedente sembra essere un’unica multa. Stando ad una prima ricostruzione, Holmes sarebbe entrato nella sala da un’uscita di emergenza, indossando un giubbotto antiproiettile e un elmetto. Durante l’interrogatorio, Holmes ha detto agli agenti di custodire diversi esplosivi nel suo appartamento, che è stato subito perquisito, e di aver piazzato degli ordigni. La zona dove Holmes è domiciliato è stata isolata ma gli artificeri non hanno trovato traccia del materiale esplosivo. Oltre a verificare il racconto di Holmes, i corpi speciali hanno bonificato il centro commerciale. La polizia ha rinvenuto tre armi con cui, verosimilmente, il killer ha sparato all’interno del cinema.

Gli agenti del Fbi indagano, inoltre, su possibili connotazioni terroristiche dell’accaduto, per il momento escluse.

FONTE: repubblica.it

Paloma

Silvia Cini

Classe 1982, giornalista pubblicista dal 2020, divento ‘mamma’ di CheDonna, ideato in concerto con la proprietà, nel lontano 2009. Fu la mia prima esperienza giornalistica e dal primo ‘pubblica’ su WordPress capii che questa era la mia vera passione. Dirigo questa testata da allora, gestendo un gruppo di persone appassionate e professionali che negli anni sono diventate la mia famiglia. Nel 2019 divento mamma di Sara, e grazie a lei do vita ad altri progetti legati al mondo delle mamme e del settore food sempre per la Web365. Oggi dirigo 4 giornali e la mia passione per questo lavoro cresce ogni giorno di più.

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