Stanchezza Mentale | Sei al limite? Ecco gli indizi che lo confermano

La stanchezza mentale è un male subdolo: si presenta gradualmente per accumulo e spesso non ci si rende conto di aver esaurito le forze. Ecco come accorgersene per tempo e cambiare.

Stress mentale
(Fonte: Pixabay)

La stanchezza mentale si può generare a partire da una serie molto ampia di cause. In condizioni normali il cervello è in grado di gestire lo stress, soprattutto se siamo abituati a carichi di lavoro mentale di un certo peso.

Le cose cominciano a degenerare nel momento in cui il cervello non è più in grado di far fronte allo stress perché sollecitato da troppe richieste: le richieste di impegno o di lavoro in genere provengono da più parti e che ricadono tutte sulla persona in questione, che si sente obbligata a rispettare tutti gli impegni.

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Le conseguenze psicologiche della stanchezza mentale non sono gravi, se si limitano a un lasso di tempo breve. Se però non si risolvono i sintomi della stanchezza mentale in maniera veloce ed efficace, le conseguenze sul lungo periodo possono essere molto gravi.

Quali sono i sintomi più frequenti della stanchezza mentale e, soprattutto, come si combattono?

Stanchezza Mentale: i sintomi tipicamente femminili

depressione
(Fonte: Pixabay)

La stanchezza mentale si può presentare indifferentemente negli uomini e nelle donne. C’è da dire però che nelle donne si presenta in maniera più frequente e più subdola.

I compiti delle donne o meglio, i compiti di cui le donne si fanno carico, oltre a essere molto numerosi, si sviluppano in diversi ambiti: organizzazione familiare, accudimento della famiglia, lavoro, cura di se stesse.

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Il cervello femminile spesso attiva un meccanismo di “ruminazione”, cioè rimugina continuamente sull’organizzazione degli impegni futuri, riesamina le proprie prestazioni passate, giudica il proprio comportamento, valuta i propri successi e i propri insuccessi. Nella maggior parte dei casi, le donne sono molto severe con se stesse e finiscono per trovare sempre qualcosa che non va e che poteva essere fatto meglio.

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Gli uomini invece hanno un approccio molto più salutare a questo genere di pressione psicologica. Sono in grado di pensare a una cosa per volta e concentrarsi su di essa con tutte le proprie energie mentali, senza lasciarsi distrarre da altri pensieri, cosa che li rende molto efficaci nell’esecuzione dei compiti e limita il carico di stress mentale a cui sono sottoposti.

Dal momento che le donne cercano sempre di avere una visione d’insieme delle cose, finiscono per lavorare costantemente in multitasking. È ormai accertato che il multitasking è soltanto un’illusione e che nessuno è in grado di fare due cose per volta: semplicemente si passa la propria attenzione molto velocemente da un argomento all’altro e questo alza moltissimo il livello di stress.

Dopo aver trascorso gran parte della propria vita in questo stato mentale, molte donne quasi non si rendono più conto delle conseguenze di questo approccio sul loro benessere psicologico.

A volte però si arriva al limite ed è il corpo a chiedere una pausa. Gli indizi principali del fatto che la stanchezza mentale è arrivata al livello di guardia è la fatica con cui si portano a termine anche gli impegni più semplici.

Per fare un esempio pratico in cui molte donne si riconosceranno, rispondere a una mail, pagare le bollette, lavare i piatti diventano delle imprese titaniche che mettono a dura prova la forza di volontà della persona.

Spesso, dopo aver eseguito un compito (per quanto semplice) si ha l’impressione di aver raggiunto un obiettivo importante ma è un sollievo che dura molto poco, fino al momento in cui si presenterà un altro compito da svolgere.

La depressione è la conseguenza più logica di questo stato di cose, soprattutto perché a un certo punto l’autostima delle donne (che sono sempre molto severe con se stesse) comincia inevitabilmente per vacillare.

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Non sono più in grado di fare anche una cosa semplice come lavare i pavimenti” è il tipico pensiero di chi ha raggiunto il proprio limite ed è diventato il peggior nemico di se stesso. Ritrovarsi in lacrime più volte al giorno, a quel punto, diventa una prassi.

Ad accompagnare lo stato depressivo arriva anche un costante stato d’ansia perché si comincia a temere di non riuscire a superare le difficoltà o gli imprevisti quotidiani, anche quelli più insignificanti a cui una volta non si faceva nemmeno caso.

Purtroppo quello dell’ansia è un circolo che si autoalimenta: si ha l’impressione di vivere costantemente in uno stato di emergenza, come soldati al fronte o come – per fare un paragone drammaticamente attuale – come medici e infermieri in un reparto affollato da malati di Covid – 19.

Inutile dire che i problemi non sono reali, o meglio, la grandezza percepita dei problemi che si devono affrontare è molto maggiore della vera gravità di ogni questione. È il classico caso in cui si vede una montagna in ogni sassolino.

Le donne temono sempre di essere criticate per la loro debolezza, di essere “bollate” come isteriche o persone problematiche e, per questo motivo, spesso ignorano o trascurano il proprio benessere psicologico. Naturalmente questo atteggiamento non può fare altro che peggiorare la situazione e rimandare all’infinito la soluzione del problema.

Come ridurre la stanchezza mentale

Burn out
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L’unico modo possibile per ridurre la stanchezza mentale è prendersi una pausa.

Per quanto sia semplice dirlo, tradurre questo intento nei fatti è molto complicato per la maggior parte delle donne.

Una delle cose più utili che si può cominciare a fare è partire da se stesse per tentare di rieducarsi. La prima cattiva abitudine a cui rinunciare è quella logorante del “Tutto e Subito”.

Bisogna capire che anche la persona più efficiente non è un automa e può sbagliare oppure non riuscire a portare a termine tutti gli impegni.

A questo proposito sarà necessario operare una selezione degli impegni e rinunciare a quelli meno importanti. Non significa che quelle incombenze non debbano essere svolte: delegare il compito a qualcun altro sarà estremamente salutare, soprattutto spiegando nel dettaglio come un compito si esegue e come ci si aspetta che venga eseguito.

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Quando si delega non bisogna lasciarsi intrappolare dalla classica risposta “lo faccio a modo mio” oppure “se non ti piace come lo faccio fallo da sola”. Si tratta, infatti, di risposte di comodo che hanno altro effetto che far sentire frustrata la persona che sta chiedendo aiuto e che servono solo a evitare le responsabilità.

Una volta stabilito quali sono gli impegni che vogliamo portare a termine personalmente, si dovrà educare la mente a concentrarsi su una cosa alla volta lasciando fuori tutte le altre preoccupazioni. Spegnere il telefono o silenziare le notifiche, affidare i bambini ai nonni mentre si lavora oppure rimandare le faccende domestiche sono tutte ottime idee per evitare il multitasking a tutti i costi.

Infine dedicare tempo a se stesse per attività che ricaricano invece di “scaricare” l’energia mentale è strettamente necessario. Non si tratta di lasciare la famiglia per tre week end al mese: basta trovare il tempo per andare dal parrucchiere oppure dall’estetista, per organizzare un aperitivo con le amiche o per fare una passeggiata da sola.

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Donna zen – Fonte: Adobe Stock

Fondamentale, a questo punto sarà scacciare il senso di colpa: dedicare tempo a se stesse non è affatto un sintomo di egoismo cattivo. È invece egoismo positivo, che permetterà di tornare a essere energiche, efficienti e felici come un tempo. Di quell’energia e di quella ritrovata felicità non beneficerà soltanto la persona in questione, ma anche tutti coloro che la circondano e che la amano.

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