Sotto allo slogan “12 marzo una generazione che non si arrende“, sono partiti i cortei degli studenti che sono scesi nelle piazze delle principale città italiane, da Milano, Roma, Torino e Napoli, per protestare contro le linee guida del governo Renzi su “La Buona Scuola”: oltre alle manifestazioni, sono previsti flash mob e altre iniziative di protesta nel giorno in cui il disegno di legge di riforma della scuola approda in Consiglio dei ministri.
L’Unione degli studenti promotrice dell’iniziativa chiede l’approvazione della legge di iniziativa popolare riguardante la scuola del 2006. L’Unione evidenzia “sette priorità: un nuovo diritto allo studio con il fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavoro finanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma della valutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamento radicale sull’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi, della didattica”.
A Milano il corteo nazionale è partito alle 9.30 da largo Cairoli per dirigersi al Palazzo della Regione. Gli studenti chiedono “un altro modello di scuola, ma anche di sviluppo che superi le disastrose politiche di austerity”.
A Roma, il corteo è partito da Piazza della Repubblica dove approderà a Piazza Apostoli, nei pressi della sede della Commissione Europea. Gli studenti vestiti da clown hanno sostato davanti al Miur “per dire basta alle pagliacciate”.
Decine di manifestazioni in tutta Italia tra cui Pisa, Foggia, Trieste, Bergamo,Lecco e Catania.
Secondo le indiscrezioni, fonti di governo sottolineano che resteranno gli scatti di anzianità, ma sarà dato anche ampio spazio al merito dei docenti, le stabilizzazioni, gli assunti saranno composti dai docenti delle Gae, ma non quelli delle graduatorie di istituto, e dai vincitori di concorso, e non gli idonei. Tre i punti particolarmente importanti della riforma: Mai più classi pollaio, scuole aperte anche il pomeriggio, la Carta del Prof. per rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente. Quest’ultima prevede per il primo anno 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, audiovideo telematici).