Vi è mai capitato di sentire il rumore dell’acqua e provare lo stimolo di correre in bagno? Il rumore dell’acqua e la pipì hanno un legame scientifico.
Sentire il fruscio dell’acqua e avere bisogno di fare la pipì non è un caso, ma un riflesso condizionato, quando lo stimolo si innesca non possiamo fare altro che dirigerci verso il primo bagno che incontriamo. Ma perché accade questo? Esisteste una spiegazione scientifica per questo fenomeno? Ecco cosa abbiamo scoperto.
Perché il fruscio dell’acqua ci fa scappare la pipì?
Quando noi o i nostri figli hanno la sensazione di dover fare la pipì ma una volta in bagno improvvisamente non esce, abbiamo tutti lo stresso riflesso, quello di aprire il rubinetto perché sappiamo bene che il rumore dell’acqua stimola la pipì, ma sapete anche il perché?
Pochi secondi dopo che le vostre orecchie iniziano a captare il rumore dell’acqua la vescica sente un grande bisogno di svuotarsi, secondo gli psicologi e molti urologi, questo accade perché siete stati semplicemente abituati fin da piccoli a collegare il suono dell’acqua corrente all’atto di urinare.
Si tratta quindi di una sorta di rito, un meccanismo di input che scatta nel nostro cervello. Alcuni bambini hanno l’abitudine di bere una tazza di latte prima di andare a dormire, poco dopo averlo fatto si addormentano. Se non lo fanno hanno maggiore difficoltà a prendere sonno. La spiegazione è molto semplice, la tazza di latte è il segnale che il bambino usa per dire al cervello che è ora di dormire.
Per spiegare l’effetto del rumore dell’acqua che scatena la nostra voglia di fare pipì, il fisiologo russo Ivan Pavlov, al quale si deve la scoperta del riflesso condizionato, conosciuto anche come anche riflesso pavloviano, ha condotto alcuni esperimenti sui cani. Uno degli esperimenti più rappresentativi è quello del cane di Pavlov.
Pavlov dimostrò che era possibile far venire l’acquolina in bocca al cane dando al cane un input che gli ricordasse il cibo vero e proprio.
I cani che Pavlov utilizzava per i suoi esperimenti mangiavano intorno a mezzogiorno. Il fisiologo notò che nei suoi cani la salivazione aumentava ogni volta che sentivano suonare le campane di Pietroburgo, e sapete a che ora suonavano ogni giorno? allo scoccare di mezzogiorno.
I cani sentendo le campane pregustavano il pasto. Le campane e il cibo nella testa dei cani erano associati, questo fece scattare un riflesso condizionato: per l’appunto l’acquolina in bocca.
Tali osservazioni gettarono le basi per la migliore comprensione dei comportamento fisiologici e sociali controllati dal cervello.