A 10 anni dall’omicidio di Yara Gambirasio arriva la svolta per Massimo Bassetti, già condannato all’ergastolo con sentenza definitiva. La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Massimo Bossetti. Si va verso l’esame dei reperti
Sono già trascorsi 10 anni dall’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta di Brembate di Sopra. Era il 26 novembre 2010. Un caso giudiziario complesso per il quale, le indagini, hanno avuto costi esorbitanti. La legge italiana ha stabilito che, per l’omicidio dell’allora 13enne, un colpevole c’è e si chiama Massimo Giuseppe Bossetti. ll 1º luglio 2016 la Corte d’assise di Bergamo ha condannato il muratore di Mapello all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, assolvendolo però dall’accusa di calunnia. Il 17 luglio 2017 la Corte d’appello di Brescia ha confermato la sentenza di primo grado, giudicando Massimo Bossetti ancora una volta colpevole.
Bossetti è detenuto nel carcere milanese di Bollate da sei anni. In tutto questo periodo sua moglie, Marita Comi, l’ha sempre difeso a spada tratta, battendosi per la sua innocenza. I coniugi sono stati sempre vicini, uniti da uno stesso obiettivo, seppur fisicamente lontani. Ora, dopo tanto, arriva un colpo di scena, che rappresenta un punto a favore per la difesa di Bossetti. I giudici della Cassazione hanno annullato con rinvio le ordinanze con cui la Corte d’assise di Bergamo aveva respinto, giudicandola inammissibile, la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Campirini di accedere ai reperti. In particolare, si tratterebbe di 54 campioni di Dna.
La notizia è rimbalzata su tutte le agenzie di stampa nazionali e rappresenta un tassello importante da aggiungere alla vicenda giudiziaria. Dopo il deposito delle motivazioni da parte della Cassazione, la Corte d’assise di Bergamo dovrà esaminare di nuovo l’istanza dei difensori. Quali sviluppi potrebbe avere il caso di Massimo Bossetti? Si va verso la revisione del processo? Uno spiraglio in tal senso potrebbe aprirsi. Lo spiegano bene gli avvocati difensori.
Bossetti, svolta dalla Cassazione. Verso la revisione?
La decisione della Cassazione segna un punto a favore per gli avvocati del muratore di Mapello. I legali si dicono fiduciosi di potere arrivare al traguardo più importante, ovvero quello della revisione processuale. In tutti questi anni Bossetti si è sempre dichiarato completamente estraneo ai fatti, senza mai mostrare segni di cedimento. “Una decisione che ci soddisfa e che ci fa ben sperare nella possibilità di ottenere giustizia. Sono molto contento per Massimo e ora speriamo di poter aver accesso a quei reperti che ci sono sempre stati negati e con cui siamo sicuri di poter dimostrare l’innocenza di Bossetti“ – così ha commentato l’avvocato difensore Claudio Salvagni ai microfoni di Adnkronos.
La difesa di Massimo Bossetti, dopo quest’ ultimo importante sviluppo, punta con determinazione alla revisione del processo, che non è facile da ottenere. Questo istituto giuridico è un mezzo di impugnazione straordinario esperibile contro i provvedimenti di condanna passati in giudicato. Ed è esattamente il caso di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo con sentenza definitiva. Tuttavia c’è un requisito fondamentale per accedere alla revisione processuale. Non possono essere valutate solo le prove già acquisite nel giudizio precedente. Al contrario, invece, è necessario che vengano presentate nuove prove. Ecco perché la difesa di Bossetti si sente più carica. Confida infatti che, dal nuovo accesso ai reperti, possa spuntare qualcosa di interessante per provare l’innocenza dell’assistito.
I legali di Bossetti potranno accedere ai reperti confiscati nel gennaio 2020: 98 elementi di prova raccolti durante le indagini dai carabinieri, e tra questi ben 54 campioni di Dna rilevati sugli indumenti della ragazzina. Gli slip, i leggins, il giubbotto. Insomma, qualcosa potrebbe cambiare? Forse sì forse no. Se nulla di nuovo dovesse saltare fuori, non ci sarebbe alcuna possibilità di ricorrere all’istituto della revisione processuale. Ogni previsione, fatta ora, sarebbe inutile. Solo l’analisi dei reperti potrà dire qualcosa in più e, i due legali di Bossetti, auspicano di poter accedere al più presto a questa possibilità.
“Ha vissuto gli ultimi giorni con ansia. Spero di poterlo andare a trovare, sicuramente saprà della notizia dalla stampa e non potrà che esserne felice. Lui – ha spiegato l’avvocato Salvagni aggiungendo – è sempre stato fiducioso e non ha mai perso la speranza“.
Da 10 anni i coniugi Fulvio e Maura Gambirasio cercano di colmare il dolore per la perdita incommensurabile con l’impegno profuso nell’associazione fondata in ricordo dell’amata figlia. Si chiama “La Passione di Yara” e promuove iniziative nell’ambito dello sport. “Diamo un futuro ai talenti ricordando il sorriso di Yara” – ha dichiarato recentemente il papà della giovane promessa della ginnastica artistica.