CAPOTRENO MULTATA PER ESSERSI ESPRESSA ‘MALE’ – A quanto pare Trenitalia ha un vocabolario tutto suo dal quale sono escluse determinate parole che sono contrarie al regolamento aziendale. Se a un impiegato delle ferrovie italiane succedesse di pronunciare la parola ‘sbagliata’, scatta immediatamente la multa. A sentirlo sulla propria pelle una capotreno multata di 20 euro per aver informato i passeggeri di un guasto. Per soddisfare le ‘buone maniere ferroviarie’ avrebbe dovuto parlare di un “controllo tecnico”, ma purtroppo non l’ha fatto.
L’episodio in questione risale al 16 maggio scorso quando la protagonista dell’impasse ha annunciato un “guasto deviatoio” nel tratto Firenze – Roma percorso da un Frecciargento. Per quelle parole, tecnicamente parlando tutt’altro che sbagliate, l’azienda le ha inviato una contestazione disciplinare e la ha notificato una sanzione di 20 euro. La terminologia aziendale di Trenitalia è rigorosa, ci sono non uno ma bensì tre manuali: uno per gli annunci nelle stazioni, un altro per gli annunci a bordo e un terzo, tra l’altro nuovo di zecca, per Frecciarossa e Frecciargento, che spiegano come si deve parlare ai clienti nei casi di problemi tecnici e ritardi.
Nei nuovi manuali, fatti a posta per i treni iper veloci, esistono parole tabù per eccellenza: “Guasto” e “Incendio”. Secondo Trenitalia, la censura di certi vocaboli “evita il diffondersi del panico” in determinate situazioni, e i “guasti” trasformati in “controlli” sono, dice l’azienda, necessari per “informare al meglio” gli utenti.
Sorge spontaneamente una domanda: sarebbe cambiato qualcosa se la capotreno avesse usato il termine ‘giusto’? Direi di no, o almeno non molto. Sembra più, quasi, che la censura terminologica abbia uno scopo ben preciso: salvaguardare l’immagine di Trenitalia di fronte ai frequenti “guasti” e ritardi.
Voi che ne dite?
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