A distanza di 4 giorni, Marco Quarta, l’uomo che nella serata di giovedì 12 marzo, a Perigine Valsugana, in Trentino, ha ucciso a coltellate l’ex moglie davanti ai figli, è ancora latitante.
L’uomo di 40 anni, che era ai domiciliari con il divieto di avvicinarsi all’ex moglie, Carmela Molino di 36 anni, si era recato presso l’abitazione della donna, dove avrebbe aspettato che rientrasse dal lavoro, per poi aggredirla e al termine di una lite, davanti ai figli di 4 e 7 anni, accanendosi contro di lei con 15 fendenti. I bambini si rifugiarono presso la vicina di casa che ha lanciato l’allarme. Quarta è poi fuggito a bordo della sua auto, facendo perdere le sue tracce.
Mentre le forze dell’ordine continuano le ricerche, i figli della coppia, affidati ai nonni materni sono sotto sorveglianza, in quanto ritenuti in pericolo, finché l’uomo sarà in libertà. Ma ecco le tecniche di ricerca utilizzate dalle forze dell’ordine per rintracciare il fuggitivo, con l’ipotesi – mai abbandonata – che l’uomo si sia potuto togliere la vita dopo il delitto.
Non è escluso che l’uomo abbia potuto togliersi la vita dopo il delitto: fino ad oggi, Quarta non ha acceso il suo telefonino al quale avrebbe tolto la batteria prima di commettere l’omicidio e neanche avrebbe prelevato del denaro, in quanto dalla carta di credito e bancomat, non risultano prelievi effettuati prima o dopo l’omicidio.
Tra le altre ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche quella che l’uomo si sia diretto nel Bolognese, dove, come immobiliarista, aveva la disponibilità di abitazioni oppure che sia diretto a sud, in provincia di Lecce, dove è originaria la sua famiglia è originaria.
Durante le indagini, nel Faentino sulla Via Emilia, in direzione sud, dei fotogrammi sfocati di telecamere hanno registrato il passaggio di una auto, una Dacia Duster marrone, che potrebbe essere di Quarta ma gli inquirenti non sarebbero riusciti ad affermare con certezza che l’auto sia la sua o che vi fosse Quarta alla guida.