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Attualità

Treviso, contraria alle norme anti-Covid: maestra no-mask perde il posto

Treviso, maestra perde il posto perché contraria alle norme preventive contro il COVID-19. La donna non aveva mai fatto mistero delle proprie posizioni negazioniste, provvedimenti dal Ministero.

Scuola, licenziata maestra no-mask (Getty Images)

L’Istruzione è al centro del dibattito socio-politico e culturale in merito alle riaperture degli istituti: la politica – non senza tensioni – sta cercando di trovare un punto comune per gestire esigenze e priorità senza lasciare indietro gli studenti. L’obiettivo resta accantonare la DAD che, come ribadisce anche il Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, non sembrerebbe funzionare adeguatamente. Persiste poi la questione legata alle misure anti-Covid nelle strutture. Gli edifici scolastici devono essere pronti alla possibile terza ondata: il lavoro iniziato nei mesi scorsi deve continuare attraverso l’adattamento ulteriore di aule e laboratori affinché tutti possano svolgere le proprie mansioni in sicurezza e anche gli studenti siano tutelati da possibili contagi.

Treviso, maestra no-mask licenziata: invitava a trasgredire le norme anti-Covid

Treviso, insegnante contraria alle mascherine perde il posto (Adobe Stock)

Pugno duro per chi trasgredisce le norme o propone esempi di condotta non idonei alla situazione circostante: è successo a Treviso dove una maestra è stata licenziata perché contraria all’utilizzo delle mascherine anti-Covid. “Il virus non esiste”, avrebbe detto. Le idee della donna erano ben note, sia dagli alunni della scuola dove insegnava, sia dai genitori dei bambini – invitati dall’insegnante stessa a protestare con un sit-in davanti all’istituto – perplessi dalla condotta dell’insegnante. Il contratto della donna è stato “risolto”, fanno sapere dal Ministero, ma l’incertezza resta. Sono molteplici gli scettici su effetti e sviluppo della pandemia da COVID-19.

Il Coronavirus va combattuto, sottolineano le autorità competenti e la comunità scientifica, anche attraverso una comunicazione adeguata che faccia ricredere gli scettici con informazioni corrette e consapevolezza di eventuali rischi. “Questo iter deve partire sin dai banchi di scuola, fino ad arrivare alle cariche più alte del nostro Paese”: l’appello del Cts viene condiviso e supportato da fatti e conseguenze concrete.

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