Truffe: lascia morire il neonato per riscuotere l’assicurazione

Una notizia raccapricciante che emerge da una serie di presunte truffe a danni delle assicurazioni per falsi incidenti, scoperte dalla Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Cosenza.
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L’operazione che coinvolge ben 144 persone a vario titolo, ha portato a sette misure cautelari, con accuse che vanno dall’omicidio volontario al falso ideologico, dalla corruzione al peculato.
Tra i casi emersi, anche quello di una donna di 37 anni che tra la 24esima e la 28esima settimana di gestazione, con il concorso di due medici di Corigliano ha inscenato un incidente stradale, denunciando che il sinistro avrebbe portato alla nascita prematura del bambino del quale sarebbe stata successivamente provocata la morte per aumentare il risarcimento dei danni.

Uccide neonato per aumentare il risarcimento

Secondo le indagini, la donna sarebbe stata indotta a partorire prematuramente con la tecnica del “pinzamento” e nonostante il bambino fosse nato vivo, con la complicità del medico del Pronto soccorso di Corigliano Calabro, non furono garantite le cure necessarie alla piccola creatura che sarebbe stata lasciata morire. Ovviamente, medici e pazienti si sarebbero divisi il risarcimento dell’assicurazione una volta ottenuto l’indennizzo,
Secondo il dirigente della sezione di polizia stradale di Cosenza, Domenico Provenzano, “sarebbe bastata una boccata di ossigeno e il bimbo oggi sarebbe vivo”.
Una vicenda terrificante tanto più se si considera che vi sarebbero altri casi di aborto a scopo di aumentare il risarcimento dei danni.

Tra le altre vicende, altri due medici dell’ospedale sarebbero inoltre accusati di aver rilasciato certificati per patologie invalidanti senza aver effettuato i dovuti controlli e un radiologo invece avrebbe attribuito a persone sane le radiografie di individui malati che non avevano alcun nesso con degli incidenti stradali.
Tra le persone arrestate vi sarebbe anche un’avvocatessa che avrebbe prodotto certificati medici falsi.

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