Il bilancio delle vittime dell’assalto al Museo Bardo a Tunisi è salito a 20 morti, tra i quali ben diciassette turisti, di cui 4 italiani, almeno tre giapponesi, due francesi, due colombiani, due polacchi, un australiano e uno spagnolo e due tunisini, mentre i feriti sarebbero una quarantina feriti. Morti anche un agente e un autista di una dei pullman turistici ma anche de terroristi che erano di nazionalità tunisina.
Si apprende che nell’attacco è morto anche un cane poliziotto di un anno e mezzo della brigata cinofila al quale la folla ha rivolto un applauso quando “le forze speciali hanno lasciato il museo al termine dell’operazione, portando via il cane”.
L’attacco era con molte probabilità rivolto al Parlamento che era vicino al museo, ma forse qualcosa sarebbe andato storto e i terroristi potrebbero aver ripiegato sui turisti. Momenti di angoscia raccontati dagli ostaggi e da alcune fotografie scattate dagli assalitori e pubblicate sui social.
Il primo ministro tunisino Habib Essid ha confermato che il commando era composto da cinque persone: due sono state uccise mentre te membri sono riusciti a scappare. In tarda serata la notizia che due sospetti sarebbero stati arrestati. Secondo le indiscrezioni i ragazzi che hanno preso parte all’assalto erano molto giovani e avrebbero fatto parte del Katiba Uqba ibn Nafi, un gruppo che si cela nella zona montagnosa attorno al passo di Kasserine e cha appartiene all’ala tunisina dell’Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Il gruppo si starebbe rafforzando con l’arrivo di combattenti tunisini tornati da Siria e Iraq che hanno combattuto al fianco dell’Isis.
Il giorno prima dell’attacco, come ha riferito LaStampa, unn esponente dell’Aqmi, Wanas al-Faqih, ha diffuso un video nel quale ha parlato di una “gesta dei mujaheddin” in Tunisia.
“Due attentatori del Museo del Bardo sono stati uccisi, tre complici sono stati arrestati, mentre un quarto uomo risulta ricercato dalle forze dalla sicurezza tunisina”, ha confermato il ministro degli Esteri tunisino Taieb Baccouche, spiegando che “dalle informazioni in nostro possesso, i due assalitori che sono stati uccisi non erano schedati. Questo significa che questi giovani non avevano precedenti, erano certamente delle nuove reclute dei terroristi”.
Il timore del paese è anche in previsione della stagione turistica in arrivo, per cui lo stesso primo ministro ha spiegato che “l’impatto economico è terribile. La stagione turistica avrà sicuramente problemi in seguito agli attacchi terroristici di ieri. L’attentato va a esacerbare le difficoltà del settore del turismo e dell’economia tunisina in generale”.
Essid ha poi voluto aggiungere che ”la sicurezza dei turisti è garantita. Ma nonostante noi possiamo mettere in campo tutti i mezzi che vogliamo, certi atti non possono essere controllati”, ricordando che ”quello che è successo a Tunisi sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra parte nel mondo”.