L’Unicef ha lanciato un allarme per la crisi in Ucraina che, da oltre un anno, sta tenendo sotto scacco la diplomazia internazionale.
Dallo scorso marzo, da quando è iniziata la resistenza filorussa, nella regione del Donbass, a confine con la Russia, vi sarebbero oltre 1 milione di persone sfollate all’interno dell’Ucraina, tra le quali, secondo l’Unicef, vi sono oltre 134mila bambini.
L’organizzazione internazionale per la difesa e la tutela dei minori in una nota ha riferito che le Nazioni Uniti hanno consegnato a Donetsk, città controllata dai ribelli, teatro di aspri conflitti, 62 tonnellate di aiuti umanitari che comprendono kit per l’igiene, vestiti invernali, coperte, acqua potabile, e forniture mediche predisposte da Unicef, Unhcr e Oms.
L’Unicef ha espresso preoccupazioni per la popolazione residente nell’area contesa e per gli sfollati: “Gli sfollati affetti da tubercolosi non sono monitorati e i pazienti sieropositivi non hanno accesso ai farmaci”, ha reso noto l’Unicef, sottolineando che “è interrotto il controllo delle malattie e focolai di malattie potrebbero avere conseguenze catastrofiche”.
“Tra i circa 5 milioni di civili colpiti dalla crisi in Ucraina, quelli che vivono in zone di combattimento attivo sono particolarmente vulnerabili per un accesso limitato all’assistenza umanitaria”, ha spiegato l’organizzazione umanitaria, esprimendo che le organizzazioni umanitarie che operano in Ucraina tra cui Unhcr, Unicef e Oms sono “preoccupate per la mancanza di un accesso umanitario sicuro, per portare aiuti ai bambini e alle famiglie colpite dal conflitto in tutto il paese. Con il continuo flusso di sfollati dalle zone colpite dal conflitto, le Nazioni Unite stanno aumentando l’assistenza nelle zone di difficile accesso e in altre aree già raggiunte”.