Decima puntata: La salute e’ il bene piu prezioso…o piu caro???
Oggi vi porto dal medico!
A causa dei miei traslochi internazionali, ho potuto sperimentare vari sistemi sanitari: ovviamente Italia, Francia e ora United States. Ammetto di avere una preferenza, ma non voglio aprire un dibattito o una polemica inutile, voglio solo raccontarvi cosa mi è successo quando ho avuto bisogno di un medico qui negli States.
Senza voler fare politica, immagino sappiate tutte che in America l’assistenza sanitaria e’ un lusso che non tutti possono concedersi: esistono dei piani assicurativi (abbastanza cari), che coprono tutte, o quasi tutte, le spese sanitarie. Generalmente sono dei piani proposti dalle compagnie assicurative alle aziende per cui un impiegato lavora. Siccome una notte in ospedale può costarti 5000 dollari e l’estrazione di un dente 2000 e un semplice esame del sangue anche 1000, posso ritenermi fortunata perché io e Matteo, grazie al cielo e soprattutto grazie all’azienda per cui lui lavora, siamo coperti.
Come potete immaginare ci sono miliooooni di compagnie assicurative, quindi la ricerca del medico parte da questo elementare e capitale requisito: devo trovare qualcuno che accetti la mia assicurazione, affinché io possa essere rimborsata. Tra laptop e telefono, ho passato un intero pomeriggio a chiamare chiunque nel raggio di 30 miles, pare proprio che la mia assicurazione non sia molto di moda tra i ginecologi…ma insisto perché non voglio pagare 700 dollari (se mi va bene!) semplicemente per farmi prescrivere la pillola, e finalmente trovo un medico…che e disponibile solo a fine luglio (era marzo!), così mi consigliano di prendere appuntamento con una tirocinante.
Dopo una settimana eccomi nella reception dello studio, con la giovane segretaria che, masticando un chewing-gum a bocca aperta e parlando con un accento incomprensibile, mi chiede di riempire 6 pagine di anamnesi medica, risalendo fino ai miei bisnonni! Non sto ne’ esagerando ne’ scherzando. Finalmente sono nello studio del medico e un’altra segretaria, stavolta con delle unghie di plastica lunghissime e improponibili, mi da un pigiamino aperto sul di dietro (…esatto proprio quello dei film!!! ) e mi spiega per ben 3 volte la procedura: ora arriva la dottoressa, c’e una discussione preliminare, POI lei uscirà e solo allora potrò indossare il fantastico pigiamino. Ci ha tenuto così tanto a sottolineare quel POI che ho immaginato quante volte deve essere successo al medico di entrare nello studio e trovare la cliente piegata in due mentre si sfila le mutande…insomma una procedura a tutela della dignità più che della privacy!!
Visita fatta (e qui niente di nuovo dall’altro lato dell’oceano..stessa imbarazzante procedura), pillola prescritta: e qui viene il bello. la pillola di nuova generazione a cui ero abituata e’ troppo moderna. La dottoressa mi spiega che in America non si e’ mica così all’avanguardia come in europa! ma come? Non siete voi che investite 1/3 del vostro capitale nella ricerca, nell’ innovazione, nel progresso e noi in Europa dietro che annaspiamo per raggiungervi? Per paura di aver capito male mi faccio spiegare per bene: in pratica FDA, l’organismo che si occupa della ricerca farmaceutica, non e così aperto alle novità provenienti da altri paesi, ma le medicine devono essere frutto dell’intellighenzia americana, altrimenti non si adottano. Quindi mi attacco (al tram? ma qui i mezzi pubblici non esistono…forse gli americani dicono “attaccati al SUV”) e prendo una pillola degli anni 90. Ma perché gli equilibri politici sono sempre a sfavore dei cittadini?