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Una madre ringrazia con una lettera uno sconosiuto che ha giocato con la figlia autistica

Una lettera commovente scritta dalla madre di una bambina autistica, pubblicata dal sito FaitHit e ripresa da alcune testate tra cui il messaggero.it nella quale la donna ringrazia pubblicamente uno sconosciuto che durante un volo in partenza da Philadelphia è riuscito ad interagire con la bambina, in modo spontaneo e del tutto naturale, sorprendendo la donna per la sua cortese e gentile umanità.

Nella lettera della signora Shanell che vi riproponiamo qui appresso, la donna fa presente della delicatezza di questo signore che nell’approcciarsi con la bambina, anziché essere infastidito come molto spesso accade, dall’invadenza di un bambino con alcune problematiche come quelle della piccola Kate, si è lasciato andare al gioco con la bambina, mostrando tutta la pazienza necessaria per questi casi e soprattutto, approcciandosi con la purezza e il cuore aperto e in questo modo interagendo direttamente con l’ingenuità di chi ha un’emotività estremamente delicata e fragile.
La donna esprime gratitudine a questo signore sconosciuto del posto 16C, soprattutto come sottolinea in conclusione “grazie per non avermi fatto ripetere le solite frasi di scuse che devo dire spesso in pubblico”. Una frase con la quale la donna introduce tutti noi lettori alle difficoltà quotidiane, ai pregiudizi e soprattutto ai comportamenti ai quali devi far fronte nel quotidiano a causa della disabilità della figlia. Una storia di umanità che vorremo sentire più spesso!

La lettera della madre

Caro papà del posto 16C sul volo 1850 da Philadelphia,
ho fatto sedere Kate sapendo bene che avrebbe viaggiato accanto ad uno sconosciuto. Sapendo della sua mania di alzare e abbassare la tendina del finestrino, ho deciso di farla sedere in un posto al centro. C’era un’intera squadra di basket con noi, pensavo sarebbe capitata con uno di loro, e invece ha trovato te. Nel momento stesso in cui ti sei seduto, lei si è strofinata sul tuo braccio: il tuo vestito era morbido e a lei piaceva. Poi, quando Kate ti ha detto Ciao papà, questa è la mia mamma, l’hai conquistata. Sei stato al gioco anche lì.
Avresti potuto innervosirti, avresti potuto ignorarla, avresti potuto lanciarmi uno sguardo come a dire Vedi di controllarla. Non hai fatto niente di tutto questo. Hai iniziato a chiacchierare con Kate, chiedendole tutto sulle Tartarughe Ninja, poi avete giocato con i pupazzi. Quando ti ha dato Schroeder e ti ha chiesto di fare il cattivo (fidati, per lei è un onore), tu hai giocato con lei, e non sembravi mai infastidito. Avete continuato a divertirvi insieme, poi ti ha dato un po’ di tregua almeno quando ha iniziato a giocare con le Barbie. Scommetto che hai anche tu una figlia.
I problemi sono iniziati prima dell’atterraggio. Kate ha iniziato ad urlare, non voleva la cintura di sicurezza allacciata e voleva che aprissero la porta dell’aereo. Anche se era difficilmente controllabile, hai provato a distrarla con i suoi giochi, e questo mi ha emozionato.
Grazie per averci fatto passare all’uscita, e di averla abbracciata. Una volta scesa dell’aereo, stava molto meglio, se vuoi saperlo.
Per questo ti ringrazio. Grazie per non avermi fatto ripetere le solite frasi di scuse che devo dire spesso in pubblico, per aver intrattenuto Kate facendole vivere il miglior volo della sua vita, e per aver messo da parte i giornali per giocare con lei”.

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