Dal 27 Dicembre 2020 l’Italia ha iniziato a tirare un sospiro di sollievo dopo l’ondata disastrosa che ha portato il Covid-19 nelle nostre vite. Il vaccino è arrivato, cosa ne pensa chi è del settore?
Tutti noi abbiamo ancora impressi nella mente i momenti in cui sul web, nei telegiornali e sui quotidiani di tutto il mondo iniziò a circolare la notizia dell’avvento a Wuhan di questo nuovo e sconosciuto virus. Il mondo era col fiato sospeso in attesa di capire cosa sarebbe successo di li a poco, che conseguenze avrebbe avuto sul nostro Paese, ma nessuno di certo, nemmeno i massimi esponenti della Politica e della Medicina, si sarebbero aspettati inizialmente una pandemia durata mesi e mesi con annessi lockdown, morti, malati e tutto quello che ne è conseguito.
Ricordo quando in redazione per la prima volta leggemmo la notizia, tutti ci accalcammo sul pc del collega che la stava scorrendo ed un brivido, seppur ancora non del tutto consapevole, ci corse la schiena.
Seguirono mesi chiusi in casa a chiederci ‘cosa accadrà domani’, a cantare dai balconi, a disegnare arcobaleni e salutarci da lontano con un sorriso celato dietro una triste mascherina. Tante le polemiche che hanno caratterizzato questo 2020 a causa del virus: ritardi nelle mascherine, confusione Politica interna ed estera, negozi ed attività che hanno pagato lo scotto maggiore dopo chi, a causa del virus, ha perso la vita.
Famiglia divise seppur unite dallo stesso tetto: i malati da una parte, i sani dall’altra; bambini a cui è stata strappata la possibilità di giocare, di crescere insieme, di sporcarsi nei giardini, di tirare calci ad un pallone, di studiare insieme banco a banco, di fare la lotta e la meravigliosa scoperta della condivisione scambiandosi un semplice giocattolo al nido; genitori in crisi per la paura della perdita del posto di lavoro, per molti di loro l’incubo si è fatto anche realtà; aiuti che non sempre sono arrivati a chi ne aveva bisogno; manifestazioni e gesti di disperazione estrema. Questo virus ci ha tolto tanto, troppo: ci ha tolto i colori di un fiore da raccogliere in primavera, quelli delle foglie autunnali da calpestare sui marciapiedi, quelli di un Natale in famiglia.
Per questo il 27 Dicembre 2020, giorno in cui in Italia è iniziata la campagna di vaccinazione contro il virus più bastardo del mondo, qualcosa nei nostri cuori è cambiato.
Non tutti aderiranno al vaccino, anche qui stanno già iniziando le polemiche che un po’ contraddistinguono il popolo italiano: diciamolo, a volte ci piace lamentarci, non importa per cosa, l’importante è poterlo fare.
Prima ci siamo lamentati del virus, poi della mancanza delle mascherine, ma quando sono arrivate ci siamo lamentati perché queste ‘limitavano la nostra libertà’, vedendole più come museruola che come opportunità di uscire da un incubo. Poi è stata la volta dell’estate: ‘Speriamo di poter fare le vacanze’, ed una volta fatte le vacanze nelle quali avremmo dovuto dimostrare un po’ di discernimento autonomo, senza per forza essere ‘comandati’ come scimmie non pensanti, ecco che è stata la volta del ‘Perchè ci hanno fatto fare le vacanze! Ora siamo da capo a dodici’. Ora per concludere è la volta dei vaccini, prima si sperava in una cura per poter tornare alla nostra vita normale ed ora che la cura c’è, dobbiamo imporci nel manifestarvi contro perché ‘Sulla mia pelle decido io! Io non mi vaccino, fallo tu’.
Vaccini anti Covid-19, cosa ne pensa uno dei primi vaccinati in Italia, Presidente delle Professioni Infermieristiche di Varese
Oggi abbiamo voluto intervistare in esclusiva, per capire meglio cosa è questo vaccino e come funziona, qualcuno che il vaccino Pfizer lo ha visto da vicino. Stiamo parlando di Aurelio Filippini, Presidente delle Professioni Infermieristiche di Varese, che è stato uno dei primi vaccinati in Italia.
Avevamo già incontrato Aurelio qualche settimana fa e con lui avevamo fatto il punto della situazione negli ospedali del Nord Italia e di come gli infermieri stessero vivendo l’opinione pubblica, divisa tra chi li sosteneva e li chiamava eroi e chi, invece, li insultava per strada dando calci alle ambulanze o imbrattando statue e murales dedicate al loro settore.
Questa volta Aurelio ci ha raccontato in maniera molto semplice ed efficace come, chi è del settore e ne sa più di noi, stia vivendo questa ondata di positività data dai vaccini e ci svela alcuni dettagli che ci faranno capire meglio come è stato creato, quali garanzie ci sono e perché, secondo lui, sia importante vaccinarsi.