Un commento infelice di Fabio Fazio nel corso della puntata del programma “Che fuori tempo che fa”, andata in onda lo scorso 10 gennaio ha alimentato una replica in tono di polemica di una madre vegana.
Nel corso della presentazione del film “‘Hungry Hearts”, il conduttore del programma trattando del tema vegano ha impiegato l’espressione di “veganismo estremo“.
Una definizione che non è andata a genio ad una signora che ha scritto una lettera aperta, pubblicata sul sito della Lega Anti Vivisezione (Lav) in cui parla della dieta vegana non compatibile con l’aggettivo “estremo”.
Nessun veganismo estremo
“Le scrivo in riferimento alla Sua presentazione del film Hungry Hearts, andata in onda nella puntata di Che fuori tempo che fa, lo scorso 10 gennaio. La Sua televisione svolge un servizio pubblico ed è auspicabile che tratti di temi importanti come quelli connessi alla salute, in questo caso la salute dei bambini, in maniera chiara e approfondita”, esordisce la spettatrice, sottolineando che “Lei ha esordito parlando di veganesimo estremo, evocando con questa terminologia scenari ideologici e politici particolarmente invisi. Ma non esiste un veganesimo estremo, e, suppongo, un veganesimo moderato“.
La donna si presenta come “una mamma vegana di una bambina di due anni e quattro mesi che presenta una crescita corretta e superiore in termini percentili alla media riportata nelle tabelle pediatriche”.
“A meno che Lei non abbia voluto asserire con un linguaggio impreciso che il veganismo è sempre estremo. Esiste un solo veganismo Sig. Fazio ed è il veganismo, che esclude dalla dieta la carne e tutti i cosiddetti derivati animali. Il veganismo di cui parla il film non può essere un veganismo estremo, che come abbiamo detto non esiste, ma un veganismo probabilmente mal compreso, ovvero una dieta mal pianificata”, tiene a precisare la donna.
Importanza dell’alimentazione vegana
“Credo fortemente che Lei avrebbe dovuto porre all’attenzione del pubblico questo aspetto di primaria importanza, anziché limitarsi ad esprimere pochi e fuorvianti concetti, come il fondamentalismo e fanatismo, l’egoismo patologico e le ideologie“, rilancia l’autrice della lettera, sostenendo che “a mio avviso Lei ha perso la grande opportunità di farsi veicolo di un messaggio molto importante, che è quello della pianificazione bilanciata delle diete, indugiando invece su un equivoco che getta ulteriori ombre sulla mamme vegane, le più giudicate e tartassate. Ingiustamente, aggiungo”.
La donna in conclusione afferma di concordare su un unico punto: “E’ un film da andare a vedere, per riflettere tutti insieme sull’importanza di una alimentazione sana e bilanciata, con l’aiuto di medici esperti e professionisti della nutrizione; purché con questo film, e soprattutto con le correlate azioni di promozione, non si incoraggi una visione mistificata della realtà, nuocendo più di quanto, forse in buona fede, non si arrivi a pensare”.
I vegani in Italia
In base ad una ricerca condotta da Eursispes in Italia nel 2014 sono stati censiti circa un milione e mezzo di vegani e secondo alcuni studi, la loro alimentazione non solo rappresenta un simbolo della lotta animalista, ma anche una alimentazione, quella vegetale, ad alte potenzialità terapeutiche. Tanto che alcuni studi avrebbero dimostrato che i vegetariani e vegani avrebbero il 32% in meno di possibilità di incorrere in eventi come infarto e ictus, oppure, come grazie ad una dieta vegana è possibile ridurre i livelli di colesterolo in 3 settimane senza assumere farmaci. Ma non solo. Tra le qualità benefiche di una dieta vegana, vi sarebbe anche la possibilità di ridurre di 5 volte il rischio di un cancro alla mammella e di valori simili altri tipi di cancro come alla prostata, ovaie o colon. Infine, l’alimentazione vegetale avrebbe dei riflessi anche sull’osteoporosi, per cui ridurrebbe del 19% il rischio di frattura dell’anca, farebbe diminuire i dosaggi d’insulina a persone affette da diabete di tipo 1 o di risolvere alcuni casi di diabete di tipo 2.