Verdone in prima linea sulla riapertura delle sale. Il noto regista e interprete pronto a farsi portavoce di una task force di artisti per supportare il ritorno in sala a tempo debito: l’iniziativa.
I cinema restano chiusi. Alla luce di quest’unica certezza, c’è chi ha preferito virare da un’altra parte: lo streaming in primis, per poi concedersi alle emittenti via satellite, e chi invece ha voluto provare a resistere. Non sono pochi, infatti, i produttori e i registi che preferiscono aspettare un auspicabile ritorno alla normalità per riportare i propri film in sala. Attendere, quindi, che finisca la pandemia da COVID-19 per portare finalmente alla luce quei lavori rimasti in sospeso.
Un limbo che inizia a diventare pesante: ne sa qualcosa Carlo Verdone. Il suo ultimo film, “Si vive una volta sola”, sarebbe dovuto arrivare nelle sale a febbraio scorso: tutto rimandato a causa del Coronavirus. La pandemia ha bloccato tutto, dal punto di vista della trasmissione al cinema, mentre le macchine produttive vanno avanti. Anche con nuovi progetti.
Verdone sulla riapertura delle sale: “Serve task force di artisti”
Verdone, tuttavia, non si arrende e vuole attendere la riapertura delle sale (senza valutare alternative) per lanciare la sua ultima fatica cinematografica. Lo ha ribadito in un convegno online: “La sala, il sale del cinema”. Il regista e interprete ha sottolineato l’importanza degli ambienti legati alla settima arte e si è detto disponibile a farsi portavoce di una task force di artisti che promuova e riqualifichi l’importanza dei cinema nella propria interezza, un pensiero anche agli esercenti e alle maestranze del settore.
Verdone, senza giri di parole, ammette: “È necessario manifestare l’amore per il cinema e per la sala con azioni concrete. Certamente non mi tiro indietro rispetto a questa nuova eventuale campagna di sensibilizzazione post-pandemica che andrà intrapresa”. Al suo fianco tanti colleghi ed estimatori come Pupi Avati e il distributore e produttore Andrea Occhipinti che ha parlato anche di “una campagna di comunicazione adeguata”. Il cinema non si ferma – diciamo così – neppure di fronte alle avversità di una pandemia: lo sconforto dovrà lasciare il posto, quanto prima, a un nuovo interesse per il mondo della celluloide.