Il programma delle Iene andato in onda ieri sera, giovedì 7 maggio, ha proposto un servizio Luigi Pelazza dedicato alle “vergini giurate“, una tradizione che risale ad un antico quanto arcaico codice etico e di leggi scritte e orali albanesi, detto il Kanun.
Le “vergini giurate” sono donne che hanno giurato di rimanere sempre vergini e considerarsi uomini. Durante il regime comunista il Kanun era stato sospeso ma ha continuato a restare in vigore nelle popolazioni più remote delle Montagne albanesi.
Per diventare una vergine giurata vi è un rituale da seguire: le donne si devono tagliare i capelli cortissimi, fasciare il seno e portare un fucile in spalla. Dopo una sbronza prestano giuramento e all’indomani cominciano una nuova vita e non possono avere pentimenti o tornare indietro, pena la morte. Da quel momento le sarà loro riservato il saluto: “Benvenuto a te, o uomo”.
Nel servizio delle Iene, Pelazza ha fatto delle domande provocatorie, intervistando due “vergini giurate” molto anziane e molto mascoline, alle quali ha chiesto se dietro a questa scelta non vi fosse un intento omosessuale e se avessero conservato degli impulsi sessuali.
Entrambi le vergini negano di aver avuto attrazioni sessuali, né per un uomo né per una donna. Niente omosessualità latente, né masturbazione. Insomma, una vita fatta di rinuncia con la quale queste donne diventate uomini agli occhi del sistema sono riuscite in parte a scappare dal codice antico che vuole la donna schiava, vista come “un otre, fatta per portare peso”.
L’antica tradizione albanese era fortemente maschilista, basata sulla discendenza maschile ovvero la linea dei diritti passa di padre in figlio così come l’eredità delle proprietà L’uomo ha il diritto di combinare il matrimonio e di regolare i conti tra clan. La donna invece non ha diritti ed è alla stregua dell’uomo. Ecco perché in base al codice vi è la possibilità per le donne di ereditare i loro beni e di non disperderli. Nel caso in cui in un famiglia vi siano due figlie, una di loro veniva sacrificata per preservare i beni della famiglia.
Questa tradizione persiste oggigiorno e nonostante il fatto che anche nelle montagne sia arrivata la televisione e sia in uso il telefono cellulare, ci sono delle donne che ancora fanno questa scelta estrema e continuano a farsi salutare come tradizione con un “Benvenuto a te, o uomo”.
Recentemente è stato anche realizzato un film “Le Vergini giurate” opera prima di Laura Bispuri, tratto dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones. La pellicola ha raccolto un notevole successo al 65° festival del cinema di Berlino, grazie alla straordinaria interpretazione di Alba Rohrwacher.