Il virus Zika arriva dal Brasile e viene trasmesso dalle zanzare. Alcuni casi si sono registrati anche in Italia. La notizia da CheDonna.it.
L’epidemia del virus Zika che ha colpito il Brasile negli ultimi mesi sta suscitando una certa apprensione. Il virus viene trasmesso attraverso le zanzare della specie Aedes aegypti ed è stato isolato per la prima volta nel 1947, in Uganda, in una scimmia della foresta di Zika, da cui ha preso il nome. Finora il virus, per il quale non esiste un vaccino, aveva causato solo piccole epidemie in alcune regioni africane e del sudest asiatico, senza destare particolari preoccupazioni. Solo un quinto delle persone colpite si ammalava e in genere Zika dava solo un po’ di febbre, alcune eruzioni cutanee, dolori articolari e arrossamento degli occhi.
A maggio del 2015, il virus Zika è arrivato in Brasile e nel giro di poco tempo ha scatenato una vera e propria epidemia, per cause ancora sconosciute, contagiando un milione e mezzo di persone. Per le caratteristiche sopra esposte non era considerato particolarmente pericoloso, ma a partire dallo scorso autunno è scattato l’allarme.
I medici brasiliani hanno notato un forte aumento di malformazioni nei feti e problemi neurologici negli adulti, che sarebbero riconducibili al virus. In particolare, nello stato brasiliano nord orientale di Pernabuco si sono registrati molti casi di microcefalia nei neonati, più di 3.500, nei mesi successivi al contagio dei virus. Tra il 2009 e il 2014 nella stessa zona si erano manifestati meno di 200 casi all’anno. Un’impennata che ha fatto scattare l’allerta, anche perché nessuna delle cause comuni di microcefalia, come le anomalie genetiche, l’abuso di alcol, i farmaci, la rosolia, l’esposizione a sostanze tossiche durante la gravidanza, sembrava coinvolta. La microcefalia è una malformazione neurologica in cui il cranio è più piccolo del normale, accompagnata a danni cerebrali. Tracce del virus Zika sono state trovate dai medici brasiliani nel liquido amniotico di donne che portavano in grembo feti microcefali.
A metà gennaio, poi, i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) negli Stati Uniti hanno provato che il virus Zika si trasmette da madre a figlio. Il virus è stato infatti trovato in quattro casi di feti o neonati colpiti da microcefalia e morti in utero o poco dopo la nascita. Per questo motivo, le autorità sanitarie statunitensi hanno consigliato alle donne incinte di recarsi nei Paesi in cui si è manifestata l’infezione.
Inoltre, in Brasile e Salvador, dopo l’arrivo del virus, c’è stato un forte aumento di malattie neurologiche e autoimmuni, come la sindrome di Guillain-Barré, che può causare la paralisi. Un aumento che è stato registrato anche nella Polinesia francese dopo l’arrivo del virus nel 2013. Per questo Zika è stato collegato anche ai disturbi neuorologici.
Il virus Zika ha colpito 22 Paesi in America Latina. In Gran Bretagna sono stati segnalati 3 casi, mentre In Italia di è venuto a sapere di 4 casi di contagio, tutti guariti, che si sono verificati nella primavera del 2015.
I casi di virus Zika registrati in Italia risalgono a marzo del 2015 e si tratta di Italiani che rientravano dal Brasile. I pazienti sono stati curati tre all’ospedale Spallanzani di Roma, specializzato nelle malattie infettive, e uno a Firenze. Le cure hanno avuto successo e i pazienti ora stanno tutti bene. Tra di loro non c’era nessuna donna incinta.
Riguardo ad eventuali timori di una epidemia del virus Zika, secondo il professore Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, per l’Italia la minaccia è remota. Come riposrta il sito web di RaiNews24.
Poiché non esiste un vaccino contro il virus, l’unico modo per evitare il contagio è non farsi pungere della zanzara che trasmette la malattia. Quindi è diventato urgente eliminare le zanzare (Aedes aegypti) che lo trasmettono, tra l’altro responsabili anche della trasmissione della Dengue e della febbre gialla. Questo tipo di zanzara vive nei climi tropicali.
In alcuni casi, tuttavia, il virus Zika può essere trasmesso anche dalla zanzara tigre, la Aedes albopictus, anche se ancora non se ne conosce la portata. IL professor Giovanni Rezza ha spiegato all’Agi:
“Può succedere che una persona che si è infettata in un Paese dell’America latina venga punta da una zanzara tigre che poi trasmette il virus ad altri. E’ già successo con la Dengue, di cui c’è stata un’epidemina in Francia Meridionale la scorsa estate e con la Chikungunya di cui abbiamo avuto un focolaio in Italia nel 2007”.
In ogni caso, il prof. assicura che il Ministero della Salute italiano “ha messo a punto i test diagnostici per la Zika anche grazie alla collaborazione internazionale“.
Per il momento, l’Italia e l’Europa sembrano al sicuro dalle epidemie, mentre il Brasile ha dichiarato lo scorso dicembre lo stato d’emergenza sanitaria potenziando le iniziative, autorizzando l’impiego dell’esercito e aumentando l’acquisto degli insetticidi per la disinfestazione dalle zanzare.