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Vita social: oltre la metà dei giovani è connessa durante l’orario scolastico

E’ stato presentato, al Palazzo del Quirinale, l’avvio della Campagna Una vita da social, promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza mirata a sensibilizzare i più giovani sui rischi e i pericoli della rete.

Progetto Una vita da Social

Il progetto coinvolgerà fino al 5 giugno prossimo ben 59 città italiane. Un camion di oltre 18 metri è stato  trasformato in un’aula multimediale itinerante che attraverserà il Belpaese per fare incontrare la Polizia postale, studenti, insegnanti e genitori.
Tra le novità di quest’anno, vi sarà la rappresentazione teatrale di Like – Storie di vita online, di Luca Pagliari. Si tratta della vera storia di una ragazzo vittima di bullismo. Lo spettacolo, promosso in collaborazione con Baci Perugina, andrà in scena nelle città di Torino, Milano, Roma, Firenze, Palermo, Padova, Ravenna, Perugia, Bari e Cagliari.

Sondaggio giovani e social

Un sondaggio promosso da Skuola.net per conto della Polizia di Stato, condotto su un campione di circa 10.000 studenti di scuole medie e superiori, ha mostrato l’approccio dei più giovani all’universo dei social network.
Emerge che 1 studente su 5 sostiene che i social hanno un ruolo marginale nelle relazioni sociali, nonostante il fatto che l’universo della rete sia ormai una realtà contemporanea più che mai assodata.
Secondo il sondaggio, tra i motivi principali che spingono i ragazzi all’uso dei social, spicca nel 59% il desiderio di informarsi sulle notizie, mentre il 51% ammette che usa i social per sapere cosa accade agli amici e un 44% per ragioni economiche, impiegano i social per risparmiare sulle telefonate o sms.
Tra le piattaforme, l’85% degli studenti appartiene ad un gruppo classe su WhatsApp, uno strumento che equivale in parte al tradizionale gruppo di studio.
Tanto che ben 9 ragazzi su 10 hanno uno smartphone con accesso internet in mobilità, e non a caso, oltre il 60% di questi accedono ai social durante i corsi a scuola.
Infine, oltre la metà dei giovani passa più di un’ora al giorno sui social, mentre 1 ragazzo su 4 si dichiara sempre connesso, tanto che l’utilizzo quasi costante dell’accesso ai social, ha provocato nuove forme patologiche.
Infatti, un ragazzo su 6 dichiara di provare un senso d’ansia quando perde la connessione, tanto da prodigarsi in tutti i modi per ristabilire l’accesso, mentre la metà dei giovani intervistati, non esteriorizza la necessità immediata di ricollegarsi.
Per quanto riguarda il cyberbullismo, 2 ragazzi su tre pensano che sia in aumento e la metà dei giovani ammette di avere avuto esperienze di questo tipo, tanto che 4 giovani su 5 sarebbe favorevole a degli incontri con esperti dei social.Infatti la metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo 4 su 5 accoglierebbero con favore incontri con esperti per formare gli studenti all’uso dei social.

Prevenzione pericoli della rete

In base agli ultimi dati della polizia postale è emerso che nel 2014 sono aumentati i casi di cyberbullismo che sono passati a 300 rispetto ai circa 150 nel 2013.
In tutto sono stati denunciati ben 28 minori che avrebbero fatto circolare immagini sessuali di compagni di classe, oppure hanno perseguitato o deriso loro coetanei sui social network.
Tra i pericoli della rete spicca anche quello della pedopornografia, per cui sono aumentati i controlli e le misure messe in atto dalla polizia. Nel 2014 ci sono stati 38 arresti e bene 428 persone denunciate per adescamento on line di minori, produzione, diffusione e commercializzazione di materiale pedopornografico su internet; di queste, 229 sono le denunce per il solo reato di adescamento, delle quali 155 relative ad approcci avvenuti sui social network.

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